Chiesa Cattolica – Italiana

Il Papa: sviluppare un lavoro in sinergia per conservare le fonti video del cattolicesimo

Francesco riceve il Consiglio di amministrazione e il Comitato scientifico della Fondazione MAC, che tutela e valorizza le memorie audiovisive della Chiesa, guidato da monsignor Dario Viganò: il patrimonio della Filmoteca Vaticana sia ordinato “secondo i criteri scientifici aggiornati alla più recente dottrina archivistica”

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

La ragion d’essere è quella istituzionale, che ne ha portato alla creazione su diretta sollecitazione avanzata dal Papa un paio d’anni fa: quella di scoprire e riscoprire, e quindi di censire, tutelare e promuovere il patrimonio video del cattolicesimo. L’urgenza l’ha sottolineata il Papa nell’udienza di oggi ai suoi responsabili: quella di “investire e programmare azioni specifiche” in quel settore per far sì che l’obiettivo istituzionale sia raggiunto, con uno sguardo alla sostenibilità economica del progetto. Sta in questo la sostanza dell’incontro che Francesco ha avuto oggi con la Fondazione MAC, che Memorie audiovisive del Cattolicesimo, presieduta da monsignor Dario Edoardo Viganò, vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali.

I Giubilei del Novecento

Francesco ha espresso sostegno al lavoro della Fondazione, che lo scorso maggio ha vissuto la plenaria inaugurale. In particolare, il Papa ha messo in risalto, anche in vista dell’Anno Santo 2025, “l’avvio di iniziative di largo respiro come il progetto dedicato al censimento e alla descrizione delle fonti audiovisive relative ai Giubilei del Novecento”. Questo assieme ad altri progetti che mirano, ha soggiunto, a “diffondere il patrimonio audiovisivo di istituzioni e soggetti rilevanti per la storia della Chiesa”, come l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e la Fondazione Don Carlo Gnocchi”.

“Svolta culturale”

In queste collaborazioni – che la Fondazione MAC ha strutturato pure con la Biblioteca e l’Archivio apostolici – c’è, per Francesco, il modello da seguire, ovvero il “coinvolgimento” di università, centri di ricerca e partner tecnologici e più ancora quella che il Papa definisce una “svolta culturale” richiesta agli archivi ecclesiastici nel loro approccio alle fonti audiovisive, che li metta in grado di “incoraggiare la maturazione storiografica di taluni centrali aspetti della vita della Chiesa dal periodo otto-novecentesco in avanti”.

È noto, infatti, che, a causa delle proprie specificità, la documentazione audiovisiva ha costi di gestione ai quali molte istituzioni archivistiche faticano a far fronte, sia in termini di tempo che di risorse economiche e umane per cui l’elaborazione di un indirizzo di lavoro unitario e la prospettiva di soluzioni condivise rispetto a problemi comuni appare oggi l’unica via percorribile.

Insieme per ridurre i costi

Di qui l’urgenza, che Francesco ha sottolineato “impellente”, di investire e programmare azioni specifiche in questo campo”, in modo da ridurre i costi economici salvando al contempo da una “perdita irrimediabile” una ricchezza che è insieme storica, culturale e religiosa. Contemporaneamente il Papa ha invitato la Fondazione “a ordinare, secondo i criteri scientifici aggiornati alla più recente dottrina archivistica, il patrimonio della Filmoteca Vaticana che, per quanto modesto nella sua estensione quantitativa”, assume “oggi particolare valore in virtù dell’interesse che rivestono dal punto di vista storico-culturale le modalità di acquisizione della documentazione audiovisiva che vi è conservata”. In questo ambito Francesco ha detto di apprezzare il progetto di restauro dei film sui Giubilei depositati presso la Filmoteca Vaticana. “In vista dell’Anno Santo 2025 – ha concluso – mi sembra questo un modo virtuoso per indicare a tutti un percorso possibile e necessario di valorizzazione del nostro ricco ma fragile patrimonio audiovisivo ecclesiastico”.

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