Il Papa sul clima: saremo giudicati dalla capacità di amministrare il creato

Vatican News

Gabriella Ceraso – Città del Vaticano 

Volge la termine il vertice sul clima di Glasgow in Scozia tra speranze e dichiarazioni di intenti che il mondo attende, con la certezza che dall’impegno di tutti si possa e si debba determinare un futuro sostenibile. Non c’è tempo hanno ribadito in tanti in questi giorni, occorre fare di più. Accoglie e rilancia le speranze dell’umanità il Papa, nella lettera inviata ai vescovi di Scozia e datata 9 novembre. Francesco che al vertice è stato rappresentato dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e che prova dispiacere – come scrive – a non avervi potuto prendere parte personalmente, richiama innanzitutto alla preghiera collettiva i presuli scozzesi per l’esito fruttuoso di questo incontro che – ribadisce – è “destinato ad affrontare una delle grandi questioni morali del nostro tempo: la preservazione della creazione divina, data a noi come un giardino da coltivare e come una casa comune per la nostra famiglia umana”. Torna questo accento che il Papa aveva consegnato anche all’apertura dei lavori in Scozia attraverso il video messaggio fatto giungere dai microfoni dell’emittente BBC ai partecipanti : allora come oggi per Francesco è fondamentale guardare al creato come dono da custodire e portare avanti nella consapevolezza che la crisi c’è ma che dobbiamo uscirne diversi attraverso una nuova forma di solidarietà globale.

Ambiente: una delle grandi sfide morali di oggi

Oggi, ancora una volta, la preghiera del Papa è un’implorazione perchè Dio doni “saggezza” e “forza” ai leader della comunità internazionale incaricati di affrontare una “grande sfida” con decisioni concrete ispirate dalla responsabilità verso le generazioni presenti e future:

Il tempo sta per scadere; questa occasione non deve essere sprecata, altrimenti dovremo affrontare il giudizio di Dio per la nostra incapacità di essere amministratori fedeli del mondo che Egli ha affidato alle nostre cure.

Un giudizio e una responsabilità che il Papa aveva già rimarcato nell’enciclica

07/10/2021

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