Il Papa: si ascolti la voce dei popoli che chiedono la pace. Dignità per i detenuti

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Dopo la preghiera dell’Angelus, Francesco invita a pregare sempre per la “martoriata” Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, ei tanti Paesi che sono in guerra. E chiede un impegno concreto per le condizioni di chi è in carcere, perché “ognuno può sbagliare”, ma deve poter “riprendere una vita onesta dopo”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Fratelli e sorelle, continuiamo a pregare per la pace. Purtroppo sui fronti di guerra la tensione è molto alta, si ascolti la voce dei popoli che chiedono pace. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, tanti Paesi che sono in guerra. Preghiamo per la pace.

Chi è in carcere, quando esce, possa riprendere una vita onesta

Non si stanca, Papa Francesco, di chiedere preghiere per la pace, anche in questa giornata nella quale nuove nubi minacciose di guerra coprono il Medio Oriente. Lo fa dopo la preghiera dell’Angelus domenicale e la benedizione, prima dei saluti finali. E dopo aver salutato i partecipanti alla marcia di sensibilizzazione sulle condizioni dei detenuti, aggiungendo queste parole:

Dobbiamo lavorare perché i detenuti siano in condizioni di dignità, ognuno può sbagliare: essere detenuto è per riprendere una vita onesta dopo.

Saluti all’Ecuador e per la Giornata dei malati di atassia

Il Pontefice saluta poi, in particolare, gli ecuadoriani residenti a Roma che celebrano la Madonna del Cisne; la Corale “Teresa Enríquez de Torrijos” di Toledo, il gruppo di famiglie e bambini della Slovacchia, e i fedeli messicani. Infine la delegazione venuta in occasione della Giornata dei malati di atassia, e l’Associazione “La Palma” di Castagnola di Massa.