Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
“In questo momento di umana sofferenza… il mio cuore è con lei”. Parole di cordoglio quelle inviate da Papa Francesco all’arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč, Sviatoslav Shevchuk, per la morte del papà Yuriy, scomparso il 5 dicembre scorso a seguito di una lunga malattia.
In una lettera, il Pontefice esprime il suo “profondo dolore” e assicura la sua vicinanza, “porgendo le mie sincere condoglianze ed assicurando che il mio cuore è con Lei e con coloro che piangono la dipartita del caro signor Yuriy”. Affidando al Signore l’anima dell’“amato genitore”, chidendoGli che gli conceda “la grazia della pace eterna”, il Papa invia al la sua benedizione a Shevchuk e tutti i familiari.
Impegnato per la Chiesa clandestina
Yuriy Shevchuk – si legge sul sito della Ugcc – proveniva dal villaggio di Broshniv-Osada, nella regione di Ivano-Frankivsk. Era un impiegato statale che lavorava per le ferrovie statali. Durante il regime sovietico, lui e la famiglia sono stati molto attivi per aiutare la Chiesa greco-cattolica perseguitata. In quel contesto, l’arcivescovo Shevchuk racconta di aver conosciuto padre Mykhaylo Kosylo, rettore di un seminario teologico sotterraneo nella regione di Frankiv, persona importante per la sua vocazione.
Il ricordo dell’arcivescovo maggiore
Sempre il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina ha ricordato il papà con il gruppo di giornalisti in missione con le Ambasciate di Polonia e Ucraina presso la Santa Sede che ha ricevuto nei giorni scorsi nella sua residenza a Kyiv e che gli hanno presentato le loro condoglianze. Shevchuk ha ricordato il genitore come un uomo buono e ha spiegato, non senza tristezza, che a motivo della situazione drammatica in cui versa l’Ucraina non ha potuto partecipare ai funerali celebrati nei giorni scorsi negli Stati Uniti, dove il papà si trovava da qualche tempo per sottoporsi a delle cure.