Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Una donna caratterizzata da “audacia e coraggio” che ha saputo trasformare il dolore per la scomparsa dei propri figli “in una ricerca instancabile per la difesa dei diritti dei più emarginati e invisibili”. Così il Papa ricorda Hebe de Bonafini, l’attivista argentina fondatrice e presidente delle Madres de Plaza de Mayo, morta ieri, domenica 20 novembre, a 93 anni per alcune complicazioni di salute. Francesco esprime il suo cordoglio in una lettera a tutte le Madri, le donne, cioè, che da 45 anni scendono in piazza a Buenos Aires, davanti alla Casa Rosada, per invocare giustizia e verità per i desaparecidos durante la dittatura militare in Argentina. A loro il Pontefice si rivolge chiedendo di proseguire l’impegno della presidente e continuare a essere “Madri della Memoria”.
Il ricordo dell’incontro a Santa Marta
“In questo momento di dolore”, si legge nella missiva in spagnolo, “voglio essere vicino a voi e a tutti coloro che piangono la sua dipartita”. Papa Bergoglio rammenta l’incontro avuto con la donna a Casa Santa Marta, il 28 maggio 2016, dicendo di ricordare in particolare “la passione che mi ha trasmesso per voler dare voce a chi non ne ha”. Un colloquio di quasi due ore fu quello di sei anni fa, fatto di lacrime, confidenze, ricordi, ma anche dalla richiesta di perdono da parte di Bonafini che in passato aveva duramente criticato il Papa. Lei stessa aveva detto di essersi ricreduta e di aver presentato le sue scuse al Pontefice, il quale, oltre ad averle accettate, in una intervista e in una successiva lettera, affermava di essersi “inchinato” davanti al profondo dolore di questa madre che ha visto dissolversi nel nulla i suoi Jorge Omar e Raul Alfredo, come tanti altri dissidenti del regime.
“Ha mantenuto viva la ricerca della verità”
“La sua audacia e il suo coraggio, in momenti in cui prevaleva il silenzio, hanno spinto e poi mantenuto viva la ricerca della verità, della memoria e della giustizia”, scrive Papa Francesco. “Una ricerca che l’ha portata a marciare ogni settimana affinché l’oblio non si impadronisse delle strade e della storia, e l’impegno verso l’altro fosse la parola migliore e l’antidoto contro le atrocità subite”. Hebe de Bonafini non ha mai mancato una marcia: 2036 le manifestazioni sin dalla prima del 30 aprile 1977 intorno alla Píramide de Mayo. Lei sempre presente, col fazzoletto bianco annodato sul capo, simbolo dell’associazione che ha celebrato la sua dipartita con un grande disegno proprio del foulard inciso sul pavimento della piazza bonaerense.
L’ultima marcia
Ora la “sua ultima marcia”, scrive il Pontefice, chiedendo di accompagnare Hebe “con la preghiera, chiedendo al Signore di darle il riposo eterno”. Da qui un ultimo invito alle compagne di lotta: “Non permettete che tutto il bene che è stato fatto vada perduto”. “Io prego per voi; per favore, non dimenticate di pregare per me”, è il saluto conclusivo del Papa.
Il cordoglio dei vescovi
Al cordoglio generale dell’Argentina, dove il governo di Alberto Fernández ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, si sono uniti anche i vescovi della Conferenza episcopale argentina (CEA) che in un messaggio diffuso tramite gli account social ufficiali esprimono le condoglianze per la morte della attivista argentina: “Chiediamo al Signore consolazione per la sua famiglia e i suoi amici, e inviamo le nostre condoglianze anche all’Associazione Madres de Plaza de Mayo”.