Il Papa riceve le associazioni di vittime della Colombia: lavorare per unità e verità

Vatican News

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

In totale erano 8, anzi, 9 considerando anche Ema, la piccolina di sei mesi in braccio alla mamma. Hanno parlato con il Papa, nella Sala della Biblioteca, per circa 35 minuti, seduti al tavolo, raccontando il loro impegno per la pace in Colombia o riportando le loro testimonianze delle violenze e degli abusi subiti. A Francesco hanno poi consegnato i regali portati dal loro Paese: dolci tradizionali e caffè prodotti dalle donne vittime della guerriglia e una barca di sale tipica della città spagnola di Torrevieja, dove il prossimo novembre si svolgerà il VII Forum internazionale delle vittime. Il Pontefice ha ricambiato con dei Rosari, il primo consegnato proprio a Ema, chiamata affettuosamente “mi mocosa” (in italiano, “mia mocciosa”).

In missione in Europa

I membri della Mesa Nacional de Participación Efectiva de las Víctimas de Colombia (MNPEV) e del Foro Internacional de Víctimas – organismi istituiti per dare voce a morti, sfollati, esiliati di un conflitto che ha lasciato sul terreno oltre 200 mila uomini e donne – hanno vissuto questa mattina, con l’udienza con Papa Francesco nel Palazzo Apostolico, uno dei momenti più importanti del tour europeo. Tour che, iniziato il 25 settembre fino all’8 ottobre, comprende tappe anche in Svizzera, Spagna e  al Parlamento europeo a Bruxelles, dove i rappresentanti delle due organizzazioni vogliono svolgere una vera e propria missione. Quella di “alzare la voce per contribuire alla protezione della vita, al consolidamento della pace e alla riconciliazione in Colombia”, come si legge nella dichiarazione congiunta per annunciare la sinergia.

Sei punti

È quello che hanno ripetuto anche questa mattina al Papa, che anzitutto si è fermato ad ascoltare le testimonianze dei suoi ospiti. Come quella della madre della bambina, Yolanda Perea, abusata sessualmente quando aveva 11 anni da un combattente delle Farc. Poi al Pontefice i membri delle due associazioni hanno presentato lo schema di sei punti con cui vogliono “allertare” sulla situazione attuale del progetto di pace in Colombia e illustrare i loro obiettivi. Anzitutto, lo “stato precario” nell’attuazione degli Accordi di pace del 2016, che Papa Francesco stesso aveva incoraggiato nel suo viaggio del 2017 nel Paese latinoamericano. Poi la denuncia del “genocidio sistematico che si verifica contro i leader sociali di attivisti, giovani, difensori dell’ambiente ed ex combattenti firmatari della pace”. Ancora, “la situazione socioeconomica che colpisce le vittime riconosciute del conflitto armato nel Paese” e “l’appello urgente ad accompagnare, monitorare e sostenere l’attuazione definitiva degli Accordi di Pace, di pari passo con il programma per la ‘pace totale’”. Le vittime chiedono inoltre la pubblicazione dei contenuti prodotti nel Rapporto finale della Commissione Verità e “il riconoscimento di entrambe le organizzazioni”, la Mesa e il Forum, come “validi interlocutori sui quali è legittimo condurre canali di dialogo, e la progettazione e realizzazione di progetti a beneficio dei quasi 10 milioni di vittime del conflitto armato colombiano”.

Avanti con la “speranza in alto”

Da parte sua, riferiscono i presenti, il Papa ha esortato a lavorare per la pace, con impegno e uniti per una vera Colombia. Yolanda stessa, in Piazza San Pietro subito dopo l’udienza con in braccio la figlia, parla di una “impressione spettacolare” suscitata dall’incontro con Papa Francesco, soprattutto nel “sentire la pace che lui trasmette”. Il Pontefice, riferisce la donna, ha incoraggiato i membri delle due associazioni per le vittime “ad andare avanti in questo processo così bello in difesa della vita, della pace, confidando nell’aiuto di Dio”. Sempre “con la speranza in alto, unendoci, perché uniti possiamo costruire meglio”. L’invito da parte del Papa è stato anche ad essere “mediatori”, perché “questi conflitti che vanno ad atomizzarsi non esplodano”, spiega Yolanda, emozionata dal vedere “l’importanza che il Papa ci ha dato come esseri umani”.

Sostenitore della pace

Anche Juan Felipe Valencia, membro sempre della Mesa Nacional, si dice impressionato dall’udienza con Papa Francesco: “Gli abbiamo portato un messaggio di pace. Quella pace di cui ha bisogno la Colombia”. Insieme a questo l’istanza, rivolta al governo e alla Chiesa, di “poter partecipare attivamente agli Accordi di una pace totale in Colombia”. Il Pontefice, spiega Valencia, ha risposto auspicando che ci siano divisioni tra le due organizzazioni né invidie, ma che possano “agire come un gruppo unito”. Da parte sua, ha assicurato, che “pregherà veramente per la Colombia, per ognuno di noi, e sarà il sostenitore numero uno degli Accordi di pace”.

La tappa a Roma

Dopo l’udienza con il Papa, i membri del MNPEV e del Foro Internacional de Víctimas incontreranno a Roma i rappresentanti del Programma Alimentare Mondiale e della Fao, presentando una serie di progetti per migliorare la qualità della vita delle vittime del conflitto colombiano e la loro sicurezza alimentare. In programma, domani, anche una Messa e una visita ai Musei Vaticani.