Incontrando in Sala Clementina i seminaristi di Siviglia, in Spagna, Francesco descrive il percorso di formazione del futuro sacerdote in cui devono tenersi uniti “la vita spirituale, lo studio, la vita comunitaria e l’attività apostolica”. Un’integrazione necessaria per “rispondere alla vocazione ricevuta”, a cui aggiungere il sorriso “per trasmettere la gioia del Vangelo”
Adriana Masotti – Città del Vaticano
“Essere pastori secondo il cuore di Cristo”, questo l’obiettivo a cui devono tendere i seminaristi con l’aiuto dei propri formatori. Il Papa lo afferma parlando alle comunità del Seminario Metropolitano e del Seminario Redemptoris Mater di Siviglia in Spagna, accolte questa mattina in Vaticano, accompagnate dall’arcivescovo monsignor José Ángel Saiz Meneses.
Vita spirituale e attenzione ai fratelli
Francesco osserva che oggi è la vigilia della domenica del Buon Pastore, una giornata importante per i seminaristi a cui ripete quanto detto in altre occasioni in merito al loro percorso e cioè che “questo cammino di configurazione con Gesù buon pastor va fatto curando quattro aspetti: la vita spirituale, lo studio, la vita comunitaria e l’attività apostolica”.
Questa integrazione è necessaria, direi che è urgente, per diventare sacerdoti completi e rispondere alla vocazione ricevuta, nel dono totale di sé a Dio e ai fratelli, specialmente a quelli più sofferenti.
Virtù e scienza devono andare insieme
Ai seminaristi il Papa ricorda una grande figura di pastore della terra andalusa, il beato cardinale Marcelo Spínola y Maestre, un “maestro di sacerdoti” che diceva:
“Virtù e scienza sono le due cose che si devono insegnare con preferenza agli aspiranti al sacerdozio, perché la scienza senza virtù gonfia e non edifica e la virtù senza scienza edifica ma non istruisce”. Ciò significa, come dicevamo, che tutto nel sacerdote – preghiera, studio, fratellanza, missione – va unito.
Trasmettere la gioia del Vangelo
Papa Francesco raccomanda ai seminaristi presenti all’incontro di approfittare del loro tempo di formazione invitandoli a tenere “il cuore rivolto a Dio”, senza dimenticare il “sorriso per trasmettere la gioia del Vangelo a tutti quelli che incontrate”.