PAPA FRANCESCO
“Ricevo con grande gioia quest’opera letteraria che ha più l’apparenza, sulle prime, di un libro sul dialogo tra le religioni, ma nella quale si scopre, percorrendola, quasi un pellegrinaggio ecumenico: genuino, personale e, soprattutto, spirituale. Mi è piaciuto il termine che ha usato il presbitero Marcelo Figueroa quando mi ha presentato la bozza del suo lavoro: «L’ho scritto dalle mie viscere!». Per anni, e in questo libro lo si vede, abbiamo aggettivato l’ecumenismo come ecumenismo dell’amore, della speranza, della misericordia, della solidarietà, della pace. Io stesso ho utilizzato un’espressione forte, cercando di risvegliare le realtà che ci uniscono a partire dalle vene aperte di tanti fratelli e del Verbo incarnato stesso, sofferente e orante per l’unità (cfr. Gv 17, 1), quella di «ecumenismo del sangue». Penso a «ecumenismo dalle viscere» come alla definizione che può contrassegnare uno stile di comprendere la fratellanza umana unita a immagine e somiglianza di un Dio che dal suo cuore ci ha amato tutti, sotto la guida del suo Spirito, con la carne del suo Figlio e, al modo in cui un padre ama i suoi figli, «dalle viscere». Il libro racconta i diversi porti del mio viaggio in direzione di un ecumenismo che cerca di navigare nel mare aperto di tutta l’umanità, dei suoi problemi reali, delle sue angosce e delle sue ricerche più trascendenti. Un ecumenismo che Figueroa insiste nell’integrare al creato e al cosmo come parte di un ecosistema armonico, interconnesso e interdipendente. Questo è molto, molto presente nelle mie encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti, entrambe ecumeniche!
Questo lavoro reca anche il buon sapore di una persona istruita nel Regno dei Cieli che sa trovare tesori nelle cose nuove e nelle cose antiche (cfr. Mt 13, 52). Conosco da più di vent’anni il presbitero evangelico Marcelo Figueroa. Sono testimone del suo impegno genuino nel vero dialogo e incontro ecumenico, nel cui ambito abbiamo condiviso un’amicizia fraterna molto arricchente e perfino un programma televisivo a Buenos Aires, Biblia, dialogo vigente, insieme con il rabbino Abraham Skorka.
Non deve passare inosservato che questo biblista protestante propone nel presente volume una selezione di cento articoli pubblicati su L’Osservatore Romano negli ultimi sei anni. Mi riempie di gioia che questo fatto storico e di reale apertura ecumenica del giornale vaticano si sia prodotto con il mio pontificato! Leggo sempre con attenzione gli articoli di Marcelo e continuerò a leggerli perché mi aiutano a guardare al cammino ecumenico percorso e a quello ancora da fare, con gli occhi di un fratello che cerca di rileggere e interpretare il mio pontificato in un’ottica ecumenica.
Mi rallegra la visione che il fratello offre dell’ecumenismo e mi piace ricordare che si tratta di un concetto radicato nelle fondamenta del mio pontificato, in quanto è un modo di cercare di essere un’unica Chiesa fondata in Cristo Signore e, a partire di qui, con ogni espressione di Fede; come un cammino che facciamo insieme nella preghiera, nelle opere di carità e nella testimonianza, sotto lo sguardo di Dio.
Considero come parte fondamentale del magistero pontificio questa dimensione quotidiana dell’ecumenismo, che segue il sentiero aperto dal concilio Vaticano ii a partire dalla testimonianza biblica apostolica e che tanto è stato arricchito dai miei predecessori con il loro impulso dato al dialogo e all’impegno ecumenico.
Mi permetto di raccomandare con entusiasmo e di accompagnare con la mia benedizione questo libro, Le diversità riconciliate. Un protestante nel giornale del Papa. Che il Signore della diversità riconciliata se ne serva per illuminare gli sguardi anelanti, allargare gli orizzonti spirituali al di là dell’appartenenza di fede e abbracciare i cuori inquieti, verso un Dio che è con tutti e al di sopra di tutti in una stessa Casa comune!