Isabella Piro – Città del Vaticano
È con “animo grato” che Papa Francesco ricorda monsignor Aldo Giordano: nel messaggio inviato ai familiari, il Pontefice definisce il presule come “un fedele servitore del Vangelo”, “un uomo di Chiesa mite e generoso”, e ne sottolinea “la vita sacerdotale zelante”, insieme alla “solerte attività pastorale in Venezuela e presso l’Unione Europea”. Nato il 20 agosto 1954 a Cuneo e ordinato sacerdote nel 1979, monsignor Giordano era stato, infatti, eletto il 15 maggio 1995 segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa. Nel 2008, poi, era divenuto osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa di Strasburgo e nel 2013 era stato nominato nunzio apostolico in Venezuela, nello stesso anno in cui era stato anche consacrato vescovo, con sede titolare di Tamada e dignità di arcivescovo. Lo scorso 8 maggio, infine, Papa Francesco lo aveva nominato nunzio apostolico presso l’Unione Europea. La morte lo ha colto il 2 dicembre scorso, a Lovanio, in Belgio. A provocarla, il Covid-19.
Un operato sapiente
“In tutti gli incarichi a lui affidati – scrive ancora il Pontefice nel suo messaggio di cordoglio – monsignor Giordano ha sapientemente operato, rivelando le sue doti di mente e cuore e testimoniando sincera passione per l’uomo e incondizionato amore alla Chiesa”. Francesco esprime inoltre la sua vicinanza a quanti hanno “conosciuto e stimato” il nunzio scomparso. Infine, invocando, “il sostegno della speranza cristiana” per tutti i familiari del presule, invia la sua benedizione “a quanti ne piangono la prematura scomparsa”.
Il dolore del cardinale Parolin
Pari cordoglio viene espresso anche dall’intera segreteria di Stato della Santa Sede, guidata dal cardinale Pietro Parolin che oggi pomeriggio ha presieduto le esequie del compianto presule, celebrate nel Duomo di Cuneo gremito di fedeli, e trasmesse in streaming sul canale YouTube della diocesi. “La sua morte ci ha profondamente colpiti e addolorati – afferma il porporato – Avevamo sperato che sarebbe riuscito ad uscire dalla terapia intensiva e a recuperare progressivamente la salute. In tantissimi abbiamo pregato per questa intenzione. Molti, specialmente in Venezuela, l’hanno affidato all’intercessione del Beato José Gregorio Hernández Cisneros”: di questo “medico dei poveri”, infatti, monsignor Giordano aveva presieduto, il 30 aprile scorso a Caracas, quale delegato del Papa, il rito di beatificazione e lo aveva indicato come “Patrono dei tempi difficili” provocati dalla pandemia da Covid-19.
Un uomo dal cuore grande, creava legami con tutti
Ma, nonostante “l’acerbo dolore” di questo momento, il cardinale Parolin invita i fedeli ad “essere nella gioia”, non quella “effimera e sgangherata che dà il mondo, ma la gioia che viene dal Signore”: “Non possiamo non provare gioia di fronte alla vita di don Aldo – sottolinea – Una vita davvero buona la sua! Un uomo mite, saggio, equilibrato, accogliente, dal cuore grande e dalla grande intelligenza, sereno in ogni circostanza, anche di fronte alle situazioni più complesse e tormentate”. Del compianto nunzio, il segretario di Stato ricorda che aveva “il culto dell’amicizia” e che “sapeva creare legami con tutti, senza chiusure, senza distinzioni”.
Esperto di temi europei
“Grande esperto di temi europei – continua il cardinale Parolin – monsignor Giordano era convinto che un’altra Europa è possibile” e lavorava a questo scopo, insistendo “sulla sua unità sempre in una prospettiva mondiale e riflettendo sul contenuto e sul fondamento dei valori, questioni nelle quali la Chiesa e i cristiani possono dare un prezioso contributo”. Possano l’esempio e la testimonianza del compianto presule, conclude il porporato, “sostenerci nel riaffermare la nostra fede”.
Il ricordo del cardinale Porras e di monsignor Migliore
Alle parole del cardinale Parolin fanno eco quelle del cardinale Baltazar Porras Cardozo, arcivescovo metropolita di Mérida e amministratore apostolico di Caracas, in Venezuela: in un messaggio letto durante le esequie di oggi pomeriggio, il porporato ricorda “il sorriso perenne” e “la scia di semplicità” che monsignor Giordano ha lasciato nel Paese. “Uomo di fede e di speranza – aggiunge – ha adempiuto alla sua missione con grande dignità”. “Aldo è stato un caro amico, un fratello”, che aveva “molta passione per una vita cristiana bella, coerente, gioiosa, partecipe – scrive dal suo canto monsignor Celestino Migliore, nunzio apostolico in Francia in un ricordo pubblicato su “L’Osservatore Romano” – Era filosofo per formazione, montanaro per passione, dialogico per carattere”, con particolare attenzione per “il dialogo ecumenico e interreligioso nel contesto europeo”. Tra i suoi progetti più importanti c’è, infatti, la Charta Oecumenica, firmata a Strasburgo nel 2001: “Aldo era molto affezionato a questa ‘agenda dei cristiani d’Europa’ – sottolinea il nunzio apostolico in Francia – con 26 impegni per procedere verso l’unità visibile, per intensificare la collaborazione su tutti i temi possibili e per contribuire insieme alla costruzione europea in corso”.
Diplomatico della pace, dell’incontro e del dialogo
Grande anche l’impegno di monsignor Giordano per il Venezuela: “Diverse volte ho pensato che il mio servizio più importante per questo Paese – diceva – fosse quello alla fiducia e alla speranza che viene dalla fede nel Vangelo di Gesù Cristo”, perché “credo in una diplomazia della pace, dell’incontro, del dialogo”. Dotato di “grandi doti speculative”, sottolinea ancora monsignor Migliore, monsignor Giordano aveva compreso che la pandemia da Covid-19 “lascerà una traccia sulla questione della fede: chi affida, infatti, la sua vita alla ragione scientifica, alla tecnica, ai mercati, ai soldi, al potere, al piacere, si trova nella nuova situazione di sperimentare la non affidabilità di questi spazi di salvezza”.
L’ultimo messaggio
Di qui, l’invito del presule scomparso a “trovare i cammini per testimoniare e riproporre la fede nel Cristo crocifisso e risorto, un Dio a cui possiamo affidare la nostra vita per salvarla dai rischi della caduta nel non senso e nel nulla”. Infine, monsignor Migliore cita l’ultimo messaggio di monsignor Giordano, inviato prima di essere intubato: “È giunta anche per me l’ora di tornare a casa del Padre. Dal cielo vi accompagnerò, in ogni modo speciale. Fortissimo abbraccio. Vi voglio bene! Aldo”.