Nel duomo di Ivrea oggi le esequie dell’ultimo padre conciliare italiano. In occasione dell’estremo saluto al vescovo emerito della città piemontese, Francesco ha inviato un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Parolin in cui descrive il presule scomparso come “punto di riferimento per numerosi esponenti della vita pubblica e politica italiana”. Messaggio del cardinale Zuppi in missione di pace per l’Ucraina negli Stati Uniti: mi avrebbe raccomandato di fare tutto l’impossibile
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Un “grande appassionato del Vangelo che si è distinto per la vicinanza ai poveri diventando segno profetico di giustizia e di pace in tempi particolari della storia della chiesa”: così Papa Francesco ricorda monsignor Luigi Bettazzi, ultimo padre conciliare italiano e vescovo emerito di Ivrea scomparso il 16 luglio, in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin indirizzato a monsignor Edoardo Aldo Cerrato, attuale vescovo della diocesi, in occasione delle esequie che si svolgono oggi.
Un punto di riferimento nella vita pubblica e politica italiana
Era “uomo di dialogo e punto di riferimento per numerosi esponenti della vita pubblica e politica italiana” aggiunge Francesco, “grato al Signore per questo intrepido testimone del Concilio”. Nel telegramma il Papa esprime anche la sua “spirituale vicinanza ai familiari e a quanti piangono la scomparsa del presule così tanto amato e apprezzato da coloro che ha incontrato nel suo lungo e fecondo ministero”, infine “implora dal Signore risorto il premio eterno promesso ai servi fedeli” e imparte la benedizione apostolica a quanti sono presenti al funerale.
Il messaggio del cardinale Zuppi
Anche il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, che si trova negli Statti Uniti in missione per l’Ucraina, ha fatto pervenire a Ivrea un suo messaggio, dispiaciuto di “non potere essere presente” alle esequie di monsignor Bettazzi “a causa di un impegno per la pace”, e sicuro che l’amato vescovo “assetato di pace e giustizia e di convinta non violenza” gli “avrebbe raccomandato di fare tutto ‘l’impossibile’”. “Non ha mai smesso di portare con libertà il Vangelo ovunque” scrive il porporato del presule, da non annoverare “nella folta schiera” di quanti “preferivano e preferiscono continuare ad usare le armi del rigore credendole indispensabili per difendere la verità e evocando improbabili periodi passati senza imparare dalla storia”.
Mai stanco di promuovere il Concilio
“Libero perché amava Dio e la Chiesa” prosegue il cardinale Zuppi, monsignor Bettazzi “cercava il dialogo” e inoltre “comunicava la gioia di essere cristiano e annunciava la chiamata a tutti ad esserlo”. Era “amabile, instancabile, gentile ma per niente affettato, scomodo, ironico, colto senza mai essere supponente”, dice ancora il presidente della Cei dell’ultimo padre conciliare italiano che riteneva “le ansie e gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono” quelle stesse “dei discepoli di Cristo”. Evidenziando poi alcuni tratti della personalità di monsignor Bettazzi, che nel 1985 ebbe il premio Unesco per l’educazione alla pace, il cardinale Zuppi, infine ringrazia “don Luigi” per non aver mai “smesso di sognare” e per non essersi “stancato di farci vivere la primavera del Concilio”.