Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Un pontificato breve, un’eredità eterna. Si è scritta una nuova pagina per la vita e il magistero di Papa Albino Luciani, beato il prossimo 15 settembre, oggi alla Pontificia Università Gregoriana dove si è svolta la giornata di studi «I sei “vogliamo”. Il Magistero di Giovanni Paolo I alla luce delle carte d’archvio». Un evento promosso dalla Fondazione Vaticana intitolata al Papa veneto, in collaborazione con il Dipartimento di Teologia dogmatica dell’Ateneo. “Un’occasione preziosa per riscoprire l’eredità spirituale e la santità di vita di questo amato Pontefice”, ha scritto Papa Francesco in una lettera, letta a inizio lavori, in cui plaude a questa iniziativa che, basata sulla indagine storica fondata sulle fonti, offre “un valido contributo volto ad approfondire i tratti peculiari del pensiero e del magistero” del suo predecessore.
Il Vangelo come unica verità
Un Papa, Luciani, che durante la sua esistenza «ha costantemente ricercato e indicato la sostanza del Vangelo come unica ed eterna verità, al di là di ogni contingenza storica o di moda». Un “uomo saggio e umile”, lo descrive ancora Papa Francesco, “dotato di buona cultura”, che durante la sua esistenza “ha costantemente ricercato e indicato la sostanza del Vangelo come unica ed eterna verità, al di là di ogni contingenza storica o di moda”. Solo 33 i giorni sul Soglio petrino, sufficienti però per “far comprendere alcuni elementi fondamentali per la missione: porsi accanto al dolore dei fratelli, la volontà di dialogare con il mondo, la ricerca della pace, l’unità dei cristiani, la collegialità episcopale”. Tematiche, scrive ancora il Papa, che “rappresentano un sicuro punto di riferimento per trovare soluzioni concrete alle tante difficoltà e alle innumerevoli sfide che la Chiesa deve affrontare ai nostri giorni”.
Punto di riferimento nella storia della Chiesa universale
Parole, queste, riecheggiate anche nell’intervento del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. presidente della Fondazione: “Papa Giovanni Paolo I è stato e rimane un punto di riferimento nella storia della Chiesa universale, la cui importanza – come aveva fatto osservare San Giovanni Paolo II – è inversamente proporzionale alla durata del suo brevissimo pontificato: Magis ostentus quam datus”.
Parolin ha espresso la soddisfazione per il lavoro di “paziente recupero” delle fonti documentali che ha portato all’organizzazione del Convegno e alla redazione del libro LEV Il magistero: lavoro “mai effettuato” prima e “portato avanti con tenacia e perseveranza dalla vicepresidente e vicepostulatrice della causa, Stefania Falasca”.
L’attualità di un messaggio
“È stato un vescovo che ha vissuto l’esperienza del Concilio Ecumenico Vaticano Il, l’ha applicato e nel suo breve pontificato ha fatto progredire la Chiesa lungo le strade maestre da esso indicate: la risalita alle sorgenti del Vangelo e una rinnovata missionarietà, la collegialità episcopale, il servizio nella povertà ecclesiale, la ricerca dell’unità dei cristiani, il dialogo interreligioso, il dialogo con la contemporaneità e il dialogo internazionale, condotto con perseveranza e determinazione, in favore della giustizia e della pace”, ha detto ancora Parolin. Alla luce delle fonti è dunque possibile “una riconsegna piena della memoria di papa Luciani”, aprendo pure “nuove prospettive di studio sulla sua opera, inducendo a soffermarsi oggi sul suo magistero, ad una lettura teologico-pastorale, storica, ecumenica, ecclesiale. Tanto più motivati dalla stringente attualità del suo messaggio”.
Umiltà
Dell’“attualità” di Luciani, il segretario di Stato ne ha parlato anche con i giornalisti fuori dalla Gregoriana: “La sua è l’attualità del Vangelo, senza tante complicazioni. Con la sua semplicità, la sua amabilità, il suo sorriso, con la sua vicinanza alla gente, ha riproposto quelli che sono i valori fondamentali”. In primis l’“umiltà”, la stessa di cui – ha detto il porporato – avremmo “tanto bisogno oggi per trovare delle strade per uscire dai grandi problemi che ci affliggono”.
L’incontro con i parenti e con suor Margherita
Nelle pause del Convegno, il cardinale ha avuto modo di incontrare anche i parenti di Luciani, alcuni dei figli della sorella e del fratello. Un momento familiare, a cui è seguito l’incontro con suor Margherita Marin, 81 anni, l’unica sopravvissuta delle quattro suore di Maria Bambina che si presero cura di Giovanni Paolo I nell’appartamento pontificio fino alla morte. Fu proprio suor Margherita a trovare il corpo senza vita del Pontefice, con in mano dei fogli dattiloscritti. La religiosa oggi ha regalato al cardinale Parolin la radiolina che Luciani teneva sempre con sé per ascoltare la Radio Vaticana e le altre emittenti che lo tenevano aggiornato sugli accadimenti del mondo.