Il Papa: l’Olocausto non può essere dimenticato o negato

Vatican News

All’udienza generale, Francesco ricorda la Giornata internazionale di commemorazione delle vittime della Shoah che si celebra il 27 gennaio: “Non può esserci un impegno costante nel costruire insieme la fraternità senza aver prima dissipato le radici di odio e violenza che hanno alimentato quell’orrore”

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria ed il pensiero è rivolto al 1945 quando, al termine della Seconda Guerra mondiale, il mondo scopre una pagina nera della storia. In quel giorno di 78 anni fa l’esercito sovietico entra nel campo di sterminio di Auschwitz e viene rivelato, in tutta la sua agghiacciante brutalità, l’orrore della furia nazista. Riferendosi a questa Giornata che commemora milioni di ebrei e di vittime dell’Olocausto, Papa Francesco all’udienza generale rammenta dopo la catechesi quello sterminio.

Il ricordo di quello sterminio di milioni di persone, ebrei e di altre fedi, non può essere né dimenticato né negato. Non può esserci un impegno costante nel costruire insieme la fraternità senza aver prima dissipato le radici dell’odio e di violenza che hanno alimentato l’orrore dell’Olocausto.

Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani

Dopo la catechesi, il Papa ha ricordato anche che oggi si chiude la Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani incentrata sul tema “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia» (Is 1,17)”. “Chiediamo la grazia – ha detto Francesco salutando I pellegrini di lingua francese – di essere rivestiti della luce di Cristo, portatori di un gioioso annuncio a tutti coloro che hanno bisogno di liberazione e di guarigione”. Salutando i pellegrini di lingua italiana, il Papa ha poi incoraggiato “a vivere, ognuno nel proprio stato di vita, le esigenze dell’unità cristiana che ci provengono dal battesimo. Consapevoli del dono di questo sacramento, operiamo, preghiamo e offriamo i nostri sacrifici ogni giorno per l’unità di tutti i credenti in Cristo”.

Collaborare con tutti i cristiani per amore di Cristo

Il Pontefice rivolgendo poi un cordiale saluto ai pellegrini di lingua portoghese, in particolare al gruppo del Brasile, ha pronunciato infine queste parole: “Vi incoraggio affinché, bandendo ogni parvenza di indifferentismo, confusione e odiosa rivalità, collaboriate con tutti i cristiani per amore di Cristo”.