Il Papa: Laudato si’ non è solo un’enciclica “verde”, è un’enciclica “sociale”

Vatican News

OSSERVATORE ROMANO

Un saluto ai «membri del Congresso interuniversitario Laudato si’ che si svolgerà dal 1° al 4 settembre» in Argentina, con l’auspicio «che questo impegno faccia progredire la coscienza sociale e la coscienza per la cura della casa comune», è stato rivolto da Papa Francesco attraverso un videomessaggio in lingua spagnola reso noto oggi, 24 agosto. Ribadendo che «l’enciclica Laudato si’ non è solo una enciclica “verde”», ma «è un’enciclica “sociale”», il Pontefice esprime la speranza che il «Congresso aiuti a vedere tutta la sua ampiezza e tutte le sue conseguenze» e, augurando «il meglio», invoca sui partecipanti la benedizione di  Dio e rinnova la richiesta di pregare per lui.

Non è la prima volta che Papa Bergoglio ribadisce la valenza “sociale” del documento  pubblicato il 24 maggio, solennità di Pentecoste, dell’anno 2015, terzo del suo pontificato. Già al numero 15 dello stesso testo aveva infatti rimarcato che l’enciclica  «si aggiunge al Magistero sociale della Chiesa». E al numero 49, poi, aveva aggiunto: «Oggi  non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri».

Il videomessaggio del Papa

Parole rilanciate, tra l’altro,  il 21 luglio successivo nel dialogo con i sindaci riuniti nell’Aula nuova del Sinodo durante l’incontro sul tema «Modern Slavery and Climate Change: the Commitment of the Cities», organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze sociali per discutere sulla crisi del clima e le nuove forme di schiavitù. «Questa cultura della cura dell’ambiente — ebbe a dire — non è un atteggiamento solamente “verde”, non è un atteggiamento “verde”, è molto di più. Prendersi cura dell’ambiente significa avere un atteggiamento di ecologia umana. Non possiamo dire, cioè, che la persona sta qui e il creato, l’ambiente stanno lì. L’ecologia è totale, è umana». E questo, specificò, «è quello che ho voluto esprimere nell’enciclica Laudato si’: che non si può separare l’uomo dal resto; c’è una relazione che incide in maniera reciproca, sia dell’ambiente sulla persona, sia della persona nel modo in cui tratta l’ambiente…  Per questo di fronte a una domanda che mi hanno fatto ho risposto: “No, non è un’enciclica ‘verde’, è un’enciclica sociale”. Perché nella società, nella vita sociale dell’uomo, non possiamo prescindere dalla cura dell’ambiente. In più, la cura dell’ambiente è un atteggiamento sociale, che ci socializza». 

Anche l’anno dopo, il 24 ottobre, parlando ai gesuiti riuniti nella trentaseiesima congregazione generale, Francesco aveva confermato: «Bisogna anche tenere presente, nell’interpretazione della Laudato si’, che non è un’“enciclica verde”. È un’enciclica sociale. Parte dalla realtà di questo momento, che è ecologica, ma è un’enciclica sociale. È evidente che a soffrirne le conseguenze sono i più poveri, quelli che vengono scartati. È un’enciclica che affronta questa cultura dello scarto delle persone. Bisogna lavorare molto sulla parte sociale dell’enciclica, perché i teologi che ci hanno lavorato si sono preoccupati molto nel vedere quanta ripercussione sociale hanno i fatti ecologici. E questo è di grande aiuto: va vista come un’enciclica sociale».

L’incontro internazionale in programma a inizio settembre per condividere riflessioni e dibattiti su una coscienza ecologica globale capace di affrontare l’urgente sfida di proteggere la “casa comune”, è stato convocato dal Consiglio interuniversitario nazionale (Cin), dal Consiglio dei rettori delle università private (Crup) e dalla Conferenza episcopale argentina (Cea).

Come famiglia umana alla ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, la comunità universitaria e accademica argentina — spiegano gli organizzatori — apre un dialogo franco e plurale sul modo in cui si costruisce il futuro del pianeta. Il Congresso  è destinato dunque ad avere ampie ripercussioni in America latina e a costituire uno spazio di confronto sul percorso formativo di cui ogni cambiamento ha bisogno e di cui l’università deve essere protagonista. Con tale obiettivo circa 40 atenei riuniranno più di 130 esperti che condivideranno la loro lettura dei fatti e la costruzione di una nuova agenda in grado di confrontarsi con la complessità multidimensionale di questi fenomeni, per cooperare nello sforzo della loro interpretazione e contestualizzazione interdisciplinare,  e discutere azioni future.

L’iniziativa è rivolta anche ai responsabili delle decisioni nei settori pubblico e privato, a funzionari della pubblica amministrazione e delle organizzazioni internazionali, a personale e autorità legislative e membri del potere giudiziario coinvolti nelle politiche pubbliche dell’istruzione, della cultura, della scienza e della tecnologia, del lavoro e dell’ambiente, così come   a organizzazioni sociali e non governative e a rappresentanti di associazioni sindacali e imprenditoriali.

Le sessioni svilupperanno quattro assi tematici: Dignità personale, fraternità e dialogo interculturale; Ambiente; Sviluppo integrale delle persone; e Visione / Prospettiva / Dialoghi / Incontri interdisciplinari. Tutte le attività del Congresso saranno condivise in modalità virtuale.