Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Sono arrivati a Roma da tutta Italia per partecipare al 42.mo Congresso nazionale della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie. A loro Francesco ricorda che il Convegno, in programma a Roma fino al 17 ottobre 2021, è “un’occasione di confronto”, ma anche “un’opportunità per ribadire l’importanza del sistema sanitario pubblico nazionale, elemento imprescindibile per garantire il bene comune e la crescita sociale di un Paese”. E tutto ciò, aggiunge, “nel contesto della pandemia, che ha cambiato e cambierà il modo di programmare, organizzare e gestire la sanità e la salute”. Ai partecipanti al Congresso, Papa Francesco ricorda che l’aborto non una soluzione, ma “un omicidio”. nel suo discorso, il Papa indica tre strade: quelle del sevizio, della professionalità e dell’etica.
Servizio
La prima via, spiega il Pontefice, si collega “alla figura dell’albergatore nella parabola del buon samaritano”:
A lui viene chiesto di accogliere l’uomo ferito e di prendersene cura fino al ritorno del samaritano (cfr Lc 10,35). In questo personaggio possiamo vedere due aspetti significativi del lavoro del farmacista ospedaliero: la routine quotidiana e il servizio nascosto. Sono aspetti comuni a molti altri lavori, che richiedono pazienza, costanza e precisione, e che non hanno la gratificazione dell’apparire, hanno poca visibilità. La routine quotidiana e il servizio nascosto non hanno visibilità, poca, diciamo così, poca visibilità. Proprio per questo, se sono accompagnati dalla preghiera e dall’amore, essi generano la “santità del quotidiano”. Perché senza preghiera e senza amore – voi lo sapete bene – questa routine diventa arida. Ma con amore, fatta con amore e con preghiera ti porta alla santità “della porta accanto”: santi anonimi che sono dappertutto perché fanno bene quello che devono fare.
Professionalità
La seconda strada, aggiunge il Papa, “riguarda la dimensione specifica del farmacista ospedaliero, ovvero la sua professionalità”:
Insieme con il clinico, è il farmacista ospedaliero che ricerca, sperimenta, propone percorsi nuovi; sempre nel contatto immediato con il paziente. Si tratta della capacità di comprendere la malattia e il malato, di personalizzare le medicine e i dosaggi, confrontandosi talvolta con le situazioni cliniche più complesse. Il farmacista infatti è in grado di tenere conto degli effetti complessivi, che sono più della semplice somma dei singoli farmaci per le diverse patologie. Talvolta – a seconda delle strutture – si dà l’incontro con la persona malata, altre volte la farmacia ospedaliera è uno dei reparti invisibili che fa funzionare il tutto, ma la persona è sempre la destinataria delle vostre cure.
Andate avanti nel vostro mestiere così umano
Il Papa sottolinea inoltre che “la gestione delle risorse e l’attenzione a non sprecare quanto affidato alle mani di ogni singolo farmacista assumono un significato non solo economico ma etico”. Un signigicato, aggiunge a braccio, “molto umano”. “Pensiamo all’attenzione ai dettagli, all’acquisto e alla conservazione dei prodotti, all’uso corretto e alla destinazione a chi ne abbia necessità e urgenza”. “Pensiamo – aggiunge il Pontefice – al rapporto con i vari operatori – i caposala, gli infermieri, i medici e gli anestesisti – e con tutte le strutture coinvolte”. Il Papa esprime infine un auspicio rivolto ai farmacisti: “Possiate andare avanti nel vostro mestiere così umano, così degno, così grande e tante volte così silenzioso che nessuno se ne accorge”.