Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
È “incontro, riflessione, azione”, ma la politica è anche dialogo, “dialogo rispettoso”, e non “negoziati ostili” tra partiti, scontro “violento” come spesso accade nei dibattiti e tantomeno “ideologia”. Francesco invita a un cambio di sguardo e a un approccio verso quella che Pio XI definì “la forma più alta di carità” nel suo discorso ai giovani membri della “Fraternità Politica” di Chemin Neuf. Si tratta della comunità nata a Lione nel 1972, dall’iniziativa del seminarista gesuita Laurent Fabre, che in seguito a un’esperienza di preghiera in un gruppo del Rinnovamento Carismatico cattolico decide di mettersi all’opera per costruire una Fraternità che evangelizzasse e operasse per il bene comune.
Una eredità viva ancora oggi, che si concretizza in iniziative particolare come quella di alcuni membri della Comunità che hanno scelto di vivere insieme in mezzo a un quartiere popolare di Parigi, per stare in ascolto dei poveri. “Ecco un modo cristiano di fare politica!”, afferma Papa Francesco.
Negoziati ostili
Politica che, dice, “è anzitutto un’arte dell’incontro” che “si vive accogliendo l’altro e accettando la sua differenza, in un dialogo rispettoso”.
Come cristiani, tuttavia, c’è di più: poiché il Vangelo ci chiede di amare i nostri nemici, non posso accontentarmi di un dialogo superficiale e formale, come quei negoziati spesso ostili tra partiti politici.
Cambio di sguardo
“Siamo chiamati a vivere l’incontro politico come un incontro fraterno, soprattutto con coloro che sono meno d’accordo con noi; e ciò significa vedere in colui con cui dialoghiamo un vero fratello, un figlio amato di Dio”, sottolinea il Pontefice. Tutto comincia dunque con “un cambiamento di sguardo sull’altro”, con “un accogliere e rispettare senza condizioni la sua persona”.
Se tale cambiamento del cuore non avviene, la politica rischia di trasformarsi in un confronto spesso violento per far trionfare le proprie idee, in una ricerca di interessi particolari piuttosto che del bene comune, contro il principio che “l’unità prevale sul conflitto”.
Bene comune
Francesco esamina la politica anche dal punto di vista cristiano, quindi come “riflessione”, “formulazione di un progetto comune”. In tal senso, cita Edmund Burke, politico britannico del XVIII secolo, ma anche filosofo e scrittore nonché uno dei principali precursori ideologici del Romanticismo inglese. Agli elettori di Bristol, Burke spiegava “che non avrebbe potuto limitarsi a difendere i loro interessi particolari, ma che sarebbe stato piuttosto inviato, a loro nome, per elaborare con gli altri membri del parlamento una visione per il bene dell’intero Paese, per il bene comune”.
“Come cristiani, comprendiamo che la politica, oltre che attraverso l’incontro, si porta avanti con una riflessione comune, alla ricerca di questo bene generale, e non semplicemente con il confronto degli interessi contrastanti e spesso opposti”.
“Il tutto è superiore alla parte”, dice Papa Francesco, “non dimenticate questo”. E la bussola per elaborare questo progetto comune è il Vangelo, “che apporta al mondo una visione profondamente positiva dell’uomo amato da Dio”.
Impegno concreto
Infine, la politica è anche azione. Quindi non un mero spazio di dibattito e scambio, ma anche “impegno concreto”. “Come cristiani, abbiamo bisogno di confrontare sempre le nostre idee con lo spessore del reale, se non vogliamo costruire sulla sabbia che prima o poi finisce per cedere. Non dimentichiamo che la realtà è più importante dell’idea”, sottolinea Papa Francesco, incoraggiando l’impegno in favore dei migranti e dell’ecologia.
No ideologie
“Non dimenticare queste linee, che la realtà è più importante dell’idea”, insiste Papa Francesco a braccio. “Non si può fare politica con l’ideologia. Il totale è superiore alla parte, e la realtà è superiore al conflitto. Sempre cercare la realtà e non perdersi nel conflitto”. A conclusione dell’incontro, anche un momento di preghiera del Papa con i ragazzi presenti in Sala Clementina.