Il Papa: la misericordia chiede fantasia, l’ecumenismo non è un optional

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Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Ecumenismo e misericordia, due aspetti essenziali del cristianesimo, sono elementi centrali nel “DNA” della Chiesa di Łódź, città universitaria nella Polonia centrale. Le origini di questa arcidiocesi, eretta nel 1920, sono legate al primo vescovo, monsignor Wincenty Tymieniecki, “un uomo di grande misericordia e grande sensibilità ecumenica”. Il Papa lo ricorda rivolgendosi ai fedeli polacchi, giunti in pellegrinaggio a Roma per concludere il Giubileo centenario della loro diocesi.

La misericordia richiede una grande fantasia

Ad ascoltare le parole di Francesco nell’Aula Paolo VI ci sono le autorità civili della città di Łódź, tra cui il presidente della Giunta regionale e il sindaco. È presente, inoltre, una numerosa rappresentanza dei fratelli e delle sorelle appartenenti ad altre Chiese cristiane. Ci sono anche tanti giovani, tra cui molti universitari, persone senza fissa dimora e con disabilità. A loro Francesco ricorda che la strada della misericordia è quella del Vangelo.

Oggi la misericordia richiede una grande “fantasia”, una grande creatività che fa’ che noi diventiamo apostoli di Misericordia, poeti di Misericordia. Ci vuole poesia di Misericordia, oggi. Ha molti volti, tanti quante sono le persone ferite e cadute a terra. Ciascuno porta in sé qualche ferita, sebbene non tutte siano visibili. Benedico di cuore le vostre opere di carità, anche quelle compiute in forma personale e spontanea e nascosta. Benedico coloro che aprono le menti e i cuori, che aprono le case e le risorse ai malati, agli anziani, ai disoccupati, ai senzatetto, agli immigrati, a tutti i poveri, sofferenti ed emarginati, e ai bambini che hanno bisogno di casa e famiglia. È così, aprendo le porte, aprendo tutto, che la Chiesa assume il volto più evangelico, quello del Buon Samaritano, che non vuole e non sa essere indifferente.

L’ecumenismo non è un optional

Un altro tratto distintivo nella vita della Chiesa è quello ecumenico. “In altro tempo – afferma a braccio il Papa – ci scomunicavamo a vicenda. Adesso ci chiamiamo fratelli grazie a Dio”. “Continuate così l’unità fra tutti noi. Grazie! Abbiamo bisogno di questa unità”. Ricordando la storia dell’arcidiocesi di Łódź, Francesco sottolinea anche che il vescovo Tymieniecki “seppe unire in sé il coraggio della misericordia e il coraggio dell’ecumenismo”:

Scelse la strada dell’ecumenismo molto prima che la Chiesa Cattolica la intraprendesse in maniera ufficiale. Vi esorto a tenere vivo in voi questo coraggio del vostro primo Pastore. A custodire la determinazione ecumenica, ricordando che l’ecumenismo nella Chiesa non è un optional o una cosa decorativa, ma un atteggiamento essenziale. Vi incoraggio a camminare insieme, nella riflessione teologica e nell’evangelizzazione, nella preghiera comune e nell’ascolto della Parola di Dio, nella testimonianza della fraternità. Su questa strada voi edificate la società locale, che chiamate con orgoglio “comunità delle quattro culture”.

Il pellegrinaggio è una immagine della Chiesa sinodale

Il Papa ricorda poi il percorso del Sinodo dei Vescovi, iniziato lo scorso mese di ottobre e incentrato sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Adesso, spiega il Pontefice, sta volgendo al termine la sua prima tappa, quella diocesana.

Spero che non solo vi siate impegnati in questo Sinodo, ma che anche ne abbiate già gustato l’esperienza, riscoprendo la bellezza della comunione ecclesiale, del vivere la fede insieme, dell’assumere la reciproca responsabilità gli uni degli altri, del condividere con gli altri l’esperienza di Dio, anche con quanti sono apparentemente lontani o pensano in maniera diversa. Anche il pellegrinaggio è una bella immagine della Chiesa sinodale, che cammina sulle vie degli Apostoli, cammina insieme, come una famiglia di sorelle e di fratelli, provenienti da diverse parrocchie e da diverse comunità e gruppi ecclesiali: sacerdoti e fedeli laici, persone sposate e consacrate.

Il Papa ricorda infine che “la vocazione della Chiesa è evangelizzare”; “la gioia della Chiesa – aggiunge – è evangelizzare”. “Vi auguro di essere una Chiesa bella che vive “in uscita”, che come il lievito fa fermentare tutta la pasta; che ha la forza del granello di senape che è il più piccolo eppure diventa un albero dove gli uccelli possono fare il nido”.

Il pellegrinaggio della arcidiocesi di Łódź a Roma

Sono oltre 1.500 i pellegrini dell’arcidiocesi di Łódź giunti a Roma. Il pellegrinaggio è cominciato lo scorso 26 aprile con la Messa nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Prima della liturgia, i fedeli polacchi sono stati accolti dal cardinale Stanisław Ryłko, arciprete della basilica. Alla celebrazione hanno partecipato i vescovi dell’arcidiocesi e il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa nato proprio a Łódź. Nell’omelia monsignor Grzegorz Ryś, arcivescovo metropolita di Łódź, ha indicato un orizzonte: abbiamo bisogno, ha detto, di nascere di nuovo. Il 27 aprile, giorno dell’ottavo anniversario della canonizzazione di San Giovanni Paolo II, i pellegrini dell’arcidiocesi di Łódź hanno partecipato all’udienza generale. Dopo la catechesi, Papa Francesco ha rivolto loro queste parole: “saluto cordialmente i polacchi, specialmente i pellegrini dell’arcidiocesi di Łódź, che, insieme ai propri pastori, ringraziano Dio per il centenario della loro diocesi”. Un altro momento centrale del pellegrinaggio è l’incontro di oggi con Papa Francesco.