Chiesa Cattolica – Italiana

Il Papa: la famiglia è il luogo dove s’impara ad amare e a uscire da sé stessi

Adriana Masotti – Città del Vaticano

E’ la gratitudine il sentimento che le famiglie di Roma, e quelle arrivate fin qui in rappresentanza delle famiglie di tutto il mondo, portano davanti al Signore questa sera in una coloratissima Piazza San Pietro dove si respira l’universalità della Chiesa. Gratitudine, dice Papa Francesco, per “tutto ciò che lo Spirito Santo ha seminato” in questi giorni attraverso la condivisione di esperienze, di riflessioni, di sogni e di propositi. La celebrazione eucaristica, uno dei momenti conclusivi del X Incontro Mondiale delle Famiglie che si era aperto mercoledì scorso, è presieduta dal cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. Il Papa è presente, accanto all’altare e pronuncia l’omelia. 25 mila le persone nella piazza.

Papa Francesco pronuncia l’omelia

La libertà portata da Gesù è “orientata all’amore”

Le letture liturgiche della Messa sono quelle della domenica e tutte tre parlano di “vocazione”, il tema stesso di questo X Incontro: “L’amore familiare: vocazione e via di santità”. Papa Francesco inizia la sua riflessione commentando la seconda Lettura, tratta dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati al cui centro c’è il concetto di libertà. La libertà è uno dei principali beni oggi desiderati, “tutti desiderano essere liberi”, osserva, e perciò “tutti aspirano ad affrancarsi da ogni tipo di ‘prigione’: culturale, sociale, economica”. Ma è la libertà interiore quella che conta di più e questa libertà è un dono, afferma il Papa. E’ Cristo che, a prezzo del suo sangue, ci ha liberati da ogni schiavitù e, prima di tutto, dall’essere concentrati solo su noi stessi. La libertà portata da Gesù, infatti, “è tutta orientata all’amore” e questo ha molto a che fare con le famiglie:

Tutti voi coniugi, formando la vostra famiglia, con la grazia di Cristo avete fatto questa scelta coraggiosa: non usare la vostra libertà per voi stessi, ma per amare le persone che Dio vi ha messo accanto. Invece di vivere come “isole”, vi siete messi “a servizio gli uni degli altri”. Così si vive la libertà in famiglia! Non ci sono “pianeti” o “satelliti” che viaggiano ognuno per la sua propria orbita. La famiglia è il luogo dell’incontro, della condivisione, dell’uscire da sé stessi per accogliere l’altro e stargli vicino. È il primo luogo dove si impara ad amare. Questo non dimenticarlo mai: la famiglia è il primo luogo dove si impara ad amare.

Trasmettere ai figli la passione per la vita

Con realismo, Papa Francesco osserva che non sempre è così, è necessario dunque, dice, difendere la famiglia e impegnarsi perché essa non perda il suo DNA, “l’accoglienza e lo spirito di servizio” che si esprimono anche in un giusto rapporto tra le generazioni e con il “passaggio del testimone” tra genitori e figli. I profeti Elia ed Eliseo di cui racconta il primo Libro dei Re, ne sono un esempio. Elia riceve da Dio il comando di fare di Eliseo il suo successore, sarà lui a proseguire la sua missione in Israele. In lui, benché sia giovane, il Signore ha fiducia:

Quanto è importante per i genitori contemplare il modo di agire di Dio! Dio ama i giovani, ma non per questo li preserva da ogni rischio, da ogni sfida e da ogni sofferenza. Dio non è ansioso e iperprotettivo; al contrario, ha fiducia in loro e chiama ciascuno alla misura alta della vita e della missione. (…) Cari genitori, la Parola di Dio ci mostra la strada: non preservare i figli da ogni minimo disagio e sofferenza, ma cercare di trasmettere loro la passione per la vita, la passione di accendere in essi il desiderio di trovare la loro vocazione e di abbracciare la missione grande che Dio ha pensato per loro.

Non c’è modo migliore di aiutare un figlio e di incoraggiarlo a seguire la sua vocazione, prosegue il Papa, che vedere i genitori vivere “con fedeltà e pazienza” la propria come una missione, “nonostante le difficoltà, i momenti tristi e le prove”.

Famiglie alla Messa con Papa Francesco

Il cammino con il Signore, dinamico e sorprendente

La pagina del Vangelo dell’apostolo Luca descrive tre chiamate di altrettanti “aspiranti discepoli di Gesù”. Sono chiamate esigenti e che promettono continue sorprese. Al primo che desidera seguirlo Gesù dice di sé stesso che “non ha dove posare il capo”. Il Papa afferma:

Seguire Gesù significa mettersi in movimento e rimanere sempre in movimento, “in viaggio” con Lui attraverso le vicende della vita. Quanto è vero questo per voi sposati! Anche voi, accogliendo la chiamata al matrimonio e alla famiglia, avete lasciato il vostro “nido” e avete iniziato un viaggio, di cui non potevate conoscere in anticipo tutte le tappe, e che vi mantiene in costante movimento, con situazioni sempre nuove, eventi inaspettati, sorprese. Alcune sorprese dolorose. Così è il cammino con il Signore. È dinamico, è imprevedibile, ed è sempre una scoperta meravigliosa.

Guardare sempre avanti senza nostalgie

L’invito rivolto al secondo discepolo è ad amare Dio sopra ogni cosa e a non “ “tornare a seppellire i suoi morti”.  Al terzo viene chiesto di non “voltarsi indietro”, neppure per salutare i propri di casa. Francesco ne spiega il senso:

Care famiglie, anche voi siete invitate a non avere altre priorità, a “non volgervi indietro”, cioè a non rimpiangere la vita di prima, la libertà di prima, con le sue ingannevoli illusioni: la vita si fossilizza quando non accoglie la novità della chiamata di Dio, rimpiangendo il passato. E questa strada di rimpiangere il passato e non accogliere le novità che Dio ci manda, ci fossilizza, sempre. Ci fa duri, non ci fa umani. Quando Gesù chiama, anche al matrimonio e alla famiglia, chiede di guardare avanti e sempre ci precede nel cammino, sempre ci precede nell’amore e nel servizio. Chi lo segue non rimane deluso!

Un’immagine della Messa

La Chiesa è con voi

Papa Francesco si avvia alla conclusione della sua omelia ribadendo le caratteristiche della chiamata all’amore familiare e incoraggiando le famiglie “a riprendere con decisione” e con gioia il proprio cammino che non è sempre facile. “L’amore che vivete tra voi sia sempre aperto, estroverso, capace di “toccare” i più deboli e i feriti che incontrate lungo la strada”, esorta. Poi a braccio aggiunge: 

Ci vuole coraggio per sposarsi. Vediamo tanti giovani che non hanno il coraggio di sposarsi, e tante volte qualche mamma mi dice: “Ma, faccia qualcosa, parli a mio figlio, che non si sposa, ha 37 anni!”. “Ma, signora, non gli stiri le camicie, incominci lei a mandarlo un po’ via, no?, che esca dal nido”. Perché l’amore familiare spinge i figli a volare. (…)  Non è possessivo: è di libertà, sempre. E poi, nei momenti difficili, nelle crisi – tutte le famiglie ne hanno, di crisi – per favore non prendere la strada facile “torno da mamma”: no. Andate avanti, con questa scommessa coraggiosa.

“La Chiesa – assicura Francesco – è con voi, anzi, la Chiesa è in voi!” e sulle famiglie invoca l’aiuto del Signore perché possano sperimentare ogni giorno l’unità, la pace, la gioia nella perseveranza, testimoniando così “che Dio è amore e comunione di vita”.

Farrell: il prossimo Incontro Mondiale nel 2028

Al termine della celebrazione eucaristica, il saluto del cardinale Farrell a Papa Francesco a nome di tutte le famiglie presenti in questa piazza e collegate da tutto il mondo. Ricorda che questo X Incontro Mondiale conclude l’Anno Famiglia Amoris Laetitia, a cinque anni dalla pubblicazione dell’esortazione post-sinodale. “Un anno – dice il cardinale – che ha voluto dare nuovo slancio alla pastorale familiare nelle diocesi di tutto il mondo”. E’ urgente, infatti, “un impegno rinnovato, nel quale pastori e famiglie, ben formati, sappiano collaborare per essere più efficaci nel compito di accompagnare i bambini, i giovani, gli sposi e le famiglie intere nelle sfide morali e spirituali delle società odierne”. Il prefetto del dicastero ringrazia Francesco per l’attenzione e la vicinanza e per i “regali” fatti alle famiglie lungo questi anni di pontificato attraverso lettere, discorsi, catechesi e pronunciamenti. Le famiglie, aggiunge, “percepiscono sempre più il suo affetto di padre e sentono che lei ben comprende le loro sfide e i loro problemi”. C’è ancora molto da fare, riconosce il cardinale Farrell, ma l’incontro di questa sera ha donato a tutti fiducia e entusiasmo. Infine annuncia che il prossimo raduno delle famiglie con Papa Francesco sarà il “Giubileo delle Famiglie”, che si celebrerà a Roma nell’ambito del Giubileo del 2025, mentre l’XI Incontro Mondiale delle Famiglie si svolgerà nel 2028. 
Alle parole di saluto del prefetto, il Papa riprende ancora la parola per leggere il testo del mandato missionario che consegna alle famiglie presenti alla Messa. L’invito è di annunciare a tutti la bellezza della famiglia e del Vangelo con un’attenzione particolare ai più fragili, portando la speranza “a coloro che non ne hanno” e “moltiplicando l’amore e la vita”.

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