Tiziana Campisi – Città del Vaticano
L’ombra di una terza guerra mondiale incombe sul destino di intere nazioni, con conseguenze terribili per le persone. Penso, in modo particolare, agli anziani, alle donne, ai bambini. Che futuro stiamo costruendo per le nuove generazioni? È una domanda che dovrebbe accompagnare sempre le decisioni a livello internazionale.
Francesco torna ancora a parlare del rischio di un nuovo conflitto mondiale. Lo fa nel discorso consegnato ai membri della Focsiv ricevuti in udienza nella Sala del Concistoro. Il Pontefice li incontra in occasione del 50.mo anniversario di fondazione della Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario, che rappresenta 90 organizzazioni attive in oltre 80 Paesi del mondo. Evidenziandone il prezioso contributo offerto alla lotta contro la povertà e l’emarginazione, alla tutela della dignità dell’uomo, “all’affermazione dei diritti umani e alla promozione della crescita delle comunità e delle istituzioni locali”, il Papa la definisce “un bel segno della Chiesa-madre che genera speranza in un mondo assuefatto agli scandali della fame e delle guerre”, la cui testimonianza “è una risposta concreta a quanti non credono più in una pace possibile”, poiché dimostra come “ogni piccolo tassello quotidiano può costruire il grande mosaico della fratellanza”.
Vogliamo un mondo solidale, in cui ciascuno si senta accolto e non sia costretto a rinunciare ai propri sogni. Non si tratta di un semplice auspicio, ma di una volontà ben precisa.
Tre obiettivi per il bene del mondo
Per cogliere “il grido dei tanti senza voce”, sono tre gli obiettivi cui guardare, indica Francesco: essere volontari nel mondo, la pace, lo sviluppo. Circa il volontariato, “deciso e coraggioso segnale di apertura” e “di disponibilità verso il prossimo”, che “si fonda su un radicato atteggiamento di solidarietà” di fronte alle povertà, ingiustizie e violenze “presenti in ogni continente”, il Papa osserva che Focsiv “dimostra che si può essere ‘fratelli tutti’ abbracciando ogni essere umano che il Signore pone sulle strade della nostra vita”. In questo modo “l’insegnamento evangelico diventa quotidianità” ed è un invito ad essere “fratelli tutti nell’umanità e nell’amore”.
La pace e lo sviluppo
E a proposito di pace, oggi ferita e calpestata, Francesco torna con il pensiero all’Ucraina e quei molti altri luoghi in cui non c’è.
Quando manca la pace, quando prevalgono le “ragioni” della forza, le persone soffrono, le famiglie vengono divise, i più fragili restano soli. Da mesi vediamo immagini di distruzione, di morte. La pace nella giustizia è condizione necessaria per una vita dignitosa, per costruire assieme un futuro migliore.
Di fronte a tutto ciò il Papa invita i volontari Focsiv ad alimentare la pace nei loro cuori “a condividerla con tutti” e a portarla in tutto il mondo. Quanto allo sviluppo, Francesco sottolinea che “ogni persona, ogni popolo necessita di condizioni basilari per una vita dignitosa”, quindi dell’abitazione, dell’assistenza sanitaria, dell’istruzione, del lavoro, del dialogo e del “reciproco rispetto tra le culture e le fedi”.
La promozione umana rimane un impegno cui dedicarci con disponibilità, vigore, creatività, strumenti adeguati. Solo uno sviluppo integrale – della persona e del contesto in cui vive – permette il dispiegarsi di un buon vivere, personale e sociale, sereno e aperto al futuro.
L’attenzione per i migranti
E il Papa non dimentica quei tanti giovani “costretti a lasciare la propria terra alla ricerca di un’esistenza dignitosa”, e ancora uomini, donne e bambini che “affrontano viaggi disumani e violenze di ogni tipo, pur di cercare un domani migliore”, e “quanti continuano a morire sulle rotte della disperazione, mentre si discute sul loro destino o ci si gira dall’altra parte”.
Le migrazioni forzate – per fuggire a guerre, fame, persecuzioni o mutamenti climatici – sono uno dei grandi mali di questa epoca, che potremo affrontare alla radice solo assicurando un reale sviluppo in ogni Paese.
I volontari Focsiv tessitori di pace
Infine Francesco si rivolge ai volontari della Focsiv, che chiama “tessitori di pace e artigiani di carità e di sviluppo” e li invita “ad andare avanti, sulle strade del mondo” e a prendersi “cura dei fratelli” esortandoli a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà o alle delusioni e a confidare nel Signore.