Francesco domani sarà in visita alla Moschea Istiqlal, a Jakarta, e al Tunnel dell’Amicizia, con il Grande Imam firmerà poi la Dichiarazione congiunta. Padre Marcus Solo Kewuta, indonesiano, del Dicastero per il dialogo interreligioso: “La presenza del Pontefice arriva in un momento cruciale, e offre l’opportunità di rafforzare i valori della tolleranza e dell’unità”
Linda Bordoni – Jakarta
Una forte collaborazione interreligiosa segno di una società pluralista caratterizzata dai principi del Pancasila, alla base dell’armonia, della cura e del rispetto per gli altri. È questo che distingue l’Indonesia, il più grande Paese musulmano del mondo dove domani, 5 settembre, Papa Francesco incontrerà, nella Moschea Istiqlal di Jakarta, il Grande Imam, Nasaruddin Umar, terrà un discorso, firmerà con l’Imam la Joint Declaration of Istiqlal 2024, e visiterà il Tunnel of Friendship, il ‘Tunnel dell’Amicizia’, che collega la moschea alla cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione, costruito dal governo quale simbolo di armonia religiosa,
Il quotidiano impegno del dialogo
La centralità del dialogo interreligioso in Indonesia viene confermata da padre Marcus Solo Kewuta, funzionario del Dicastero per il Dialogo interreligioso, e indonesiano di nascita, con alle spalle una vasta esperienza di relazioni tra fedi, in particolare tra cattolici e musulmani in Asia e nel Pacifico. “Quella indonesiana è una società estremamente pluralista”, spiega a Vatican News-Radio Vaticana, sottolineando l’impressionante capacità di convivenza tra la miriade di gruppi etnici, religioni e lingue che caratterizzano le 17mila isole che compongono il Paese. Tale diversità richiede un impegno quotidiano nel dialogo interreligioso, che comprende varie forme, aggiunge, come “il dialogo della vita, il dialogo della collaborazione, il dialogo degli scambi spirituali e il dialogo delle riflessioni teologiche”. Inoltre, osserva, “come ebbe giustamente a dire Papa Giovanni Paolo II, c’è anche il dialogo del cuore, e tutti questi tipi di dialogo si svolgono quotidianamente in Indonesia”.
La Dichiarazione congiunta
La firma della Dichiarazione congiunta nella Moschea rappresenterà uno dei momenti salienti della visita di Francesco, a simboleggiare l’importanza della promozione della pace e della reciproca comprensione. La presenza del Papa sottolinea l’importanza del dialogo interreligioso e, allo stesso tempo, “ci dà l’ispirazione per farlo in modo migliore”, prosegue padre Kewuta, che si dice “molto felice che il dialogo interreligioso sia davvero al centro della visita del Papa in Indonesia”.
Pancasila, fondamento dell’unità indonesiana
Elemento chiave nell’approccio dell’Indonesia all’armonia interreligiosa è il concetto di Pancasila, il fondamento filosofico della nazione, stabilito dal padre fondatore del Paese, Sukarno, nel 1945, e che consiste in cinque principi: la fede in un unico Dio, l’umanità sociale, l’unità dell’Indonesia, la democrazia sociale e la giustizia sociale. “Pancasila significa cinque pilastri – spiega padre Marcus – ed è la base filosofica fondamentale della nazione, dello Stato. È anche integrata nella costituzione del nostro Stato”. Si tratta di pilastri che non solo guidano il governo della nazione, ma promuovono anche un’identità condivisa tra gli indonesiani, indipendentemente dalla loro provenienza religiosa o etnica. Papa Francesco per come è lui, prosegue il religioso, “li apprezzerà molto”.
Le sfide alla convivenza interreligiosa
Sebbene l’Indonesia sia spesso citata come modello di coesistenza interreligiosa di successo, vanno riconosciute anche le sfide poste dalla crescente intolleranza e dal fondamentalismo radicale. “Non è sempre facile vivere in una società interreligiosa e plurale come l’Indonesia”, ammette padre Marcus, spiegando che, nonostante la natura prevalentemente aperta e inclusiva dei musulmani indonesiani, e rappresentata anche da organizzazioni islamiche come Nahdlatul Ulama e Muhammadiyah, ci sono elementi all’interno della società che resistono all’integrazione delle culture locali e promuovono la divisione. La visita di Papa Francesco, è opinione del religioso, giunge in un momento cruciale, offrendo l’opportunità di rafforzare i valori della tolleranza e dell’unità.
Il ruolo della Chiesa cattolica
Nonostante rappresenti una minoranza, la Chiesa cattolica in Indonesia è “molto viva e molto vibrante”, prosegue il sacerdote, che a testimonianza di questa realtà indica la costruzione di una imponente basilica nella città di Nusantara, sulla costa orientale dell’isola del Borneo, destinata a essere la nuova capitale indonesiana in sostituzione di Jakarta dove, peraltro, la cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione di Giacarta si trova proprio di fronte alla Moschea Istiqlal, la più grande della città. Questa vicinanza e il collegamento fisico tra la cattedrale e la moschea attraverso il Tunnel dell’Amicizia, spiega, servono come un potente simbolo di fraternità religiosa e di rispetto reciproco.
Speranze per la visita del Papa
Francesco, è dunque opinione di padre Marcus, sarà profondamente colpito dal ricco mosaico di culture e religioni del Paese. Il Papa “vedrà le persone, le donne con i foulard, i musulmani con diversi tipi di paramenti e anche i buddisti e gli indù. È una pluralità bellissima”, indica, sottolineando che questa visita è molto più di un evento cerimoniale: è una riaffermazione dell’impegno del Paese per il dialogo interreligioso e l’unità. Il Papa, è la conclusione, “lotta sempre per i valori della pace e dell’armonia, della giustizia, della convivenza”, si trova in Indonesia per stare con le persone di tutte le diverse religioni, per stare con un unico popolo e che ha adottato pienamente la pratica della silaturahmi, ossia “incontrarsi, promuovere e vivere la cultura dell’incontro”.