Federico Piana- Città del Vaticano
Sono due i grandi temi che faranno da sfondo alla tappa greca del 35° viaggio apostolico del Papa che domani inizierà con la visita a Cipro: il dialogo ecumenico e l’attenzione ai migranti e ai rifugiati. In Grecia, nella quale il Santo Padre sarà presente dal 4 al 6 dicembre prossimi, la dimensione maggioritaria è quella della chiesa cristiana ortodossa che nel tempo ha imbastito un proficuo rapporto di collaborazione ed intesa con la chiesa cattolica. Sintonia che si è anche concretizzata sul fronte dell’aiuto ai migranti che nel Paese, soprattutto negli ultimi anni, sono aumentati in modo considerevole andando ad incidere negativamente sui centri d’accoglienza delle isole di Lesbo, Chios, Samos, Los ed Eros.
Fasiolo: “Francesco incontrerà una chiesa ortodossa provata dal martirio”
“Il Papa in Grecia incontrerà una Chiesa ortodossa provata dal periodo della schiavitù avvenuta durante l’impero ottomano: un vero martirio” racconta Athenagoras Fasiolo, archimandrita del Trono ecumenico del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. “C’è da ricordare -aggiunge- che la chiesa ortodossa ha contribuito all’indipendenza dello Stato greco non solo per mantenere la tradizione, la lingua, la cultura ma anche per riportare il popolo cristiano alla libertà e alla convivenza pacifica”.
Dialogo serrato e proficuo
L’abbraccio che il Pontefice darà sabato 4 dicembre a Sua Beatitudine Ieronymos II, arcivescovo di Atene e Primate della Chiesa ortodossa di Grecia, sarà la conferma ulteriore di come il dialogo stia procedendo e si stia fortificando. L’Archimandrita Fasiolo lo conferma quando spiega che “la gerarchia ortodossa partecipa volentieri al confronto ecumenico organizzando grandi eventi. Inoltre, la visita del Papa porterà un’accelerazione: permetterà ai nostri fedeli di capire che l’altro è una ricchezza non colui il quale vuole rubarci la nostra identità”.
Uniti per aiutare
Un campo di collaborazione tra le due Chiese è quello dell’accoglienza ai migranti. “In Grecia – afferma Fasiolo- la situazione è grave. La Chiesa ortodossa ha una struttura simile alla Caritas con la quale cerca in ogni modo d’andare incontro alle necessità di chi sta soffrendo. Se prima si pensava che la Chiesa ortodossa fosse interessata solo all’aspetto spirituale e divino dell’uomo, lasciando in secondo piano quello materiale, la crisi migratoria attuale sta dimostrando che non è così”.