Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Sarà un pellegrinaggio di tre giorni quello che dal 5 all’8 marzo porterà il Papa in Iraq, è lui stesso a parlarne, nei saluti del dopo udienza:
Da tempo desidero incontrare quel popolo che ha tanto sofferto; incontrare quella chiesa martire nella terra di Abramo. Insieme con gli altri leader religiosi, faremo anche un altro passo avanti nella fratellanza tra i credenti. Vi chiedo di accompagnare con la preghiera questo viaggio apostolico, perché possa svolgersi nel migliore dei modi e portare i frutti sperati.
Francesco ricorda quindi il desiderio non avverato del suo predecessore, Papa Wojtyla di recarsi in quella terra e quindi esprime i suoi auspici per i prossimi giorni:
Il popolo iracheno ci aspetta; aspettava San Giovanni Paolo II, al quale è stato vietato di andare. Non si può deludere un popolo per la seconda volta. Preghiamo perché questo viaggio si possa fare bene.
Il viaggio del Papa in Iraq, il 33mo viaggio internazionale di Francesco, il primo di un pontefice nella terra di Abramo, era stato definito ieri dal direttore della Sala Stampa Vaticana, Matteo Bruni, un “gesto d’amore estremo” per i cristiani, annunciato da Francesco stesso, come suo desiderio anzi come un “pensiero insistente” già nel giugno del 2019, durante l’udienza alla Roaco, la Riunione Opere Aiuto Chiese Orientali. Sono tre le letture del viaggio indicate da Bruni per quattro giorni che si presentano intensi: la sollecitudine per i cristiani che si trovano in Iraq e nella regione; il forte spirito di condivisione e dialogo tra diverse religioni e, infine, l’incontro con il Paese, con una terra che ha sofferto molto in questi recenti anni.
Il Papa – ha ripetuto Bruni – “va a cercare fratelli e si fa fratello di tutti in questo cammino verso l’Iraq”. Ad accompagnare Francesco in questo viaggio verso la culla delle civiltà, sarà l’immagine della Madonna di Loreto, a cento anni dalla proclamazione di Maria patrona degli aviatori.