Michele Raviart – Città del Vaticano
“Un passo avanti nel nostro comune cammino di fratellanza” e uno “stimolo a continuare nell’impegno in favore dell’unità e della pace mondiale”. E’ questo il significato, per il Papa del Premio Zayed per la Fratellanza umana, assegnato per il 2022 al re di Giordania Abduallah II e alla regina Rania e alla Foundation for Knowledge and Liberty di Haiti (Fokal). In un videomessaggio registrato prima dell’inizio della guerra in Ucraina, Francesco ha ringraziato lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, principe ereditario di Abu Dhabi, per la promozione dei contenuti del Documento sulla Fratellanza Umana e per il sostegno all’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, che ha istituito l’onorificenza in memoria dello sceicco Zayed bin Sultan al Nahyan, fondatore degli Emirati Arabi Uniti nel 1971, con l’obiettivo “di riconoscere e premiare gli sforzi di individui e istituzioni che si impegnano a favore del progresso dell’umanità e della promozione della convivenza pacifica”.
Promuovere i valori dell’amore e della tolleranza
Il Premio è un modo, nota il Papa, “per sostenere e ringraziare tutti coloro che si adoperano per la giustizia, la solidarietà e la fratellanza” proposte dal documento firmato ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019 e fondamentali per stabilire “i valori dell’amore, i valori che derivano dall’amore”, della tolleranza e della fraternità”. Un esempio che può “incoraggiare altri a intraprendere iniziative che promuovano la coesistenza pacifica e siano segno di feconda collaborazione tra uomini di religioni diverse a servizio di tutta l’umanità”.
Giordania modello di tolleranza e convivenza
Francesco si rivolge poi ai vincitori del Premio Zayed 2022. Della coppia reale di Giordania il Papa ricorda l’impegno “nell’accogliere un gran numero di rifugiati, nel promuovere i valori convivenza, del dialogo fra le diverse tradizioni religiose, nella loto contro le discriminazioni e per l’emancipazione dei giovani e delle donne”. La Giordania è un modello di tolleranza e convivenza e il Premio è un riconoscimento “anche a tutto il popolo giordano, che con determinazione e coraggio, pur in mezzo a tante difficoltà persegue la strada della pace, della moderazione e del rifiuto alla violenza”.
Pregare per la gente buona di Haiti
Nel congratularsi con Fokal, il Pontefice, ricorda quanto il popolo di Haiti sia presente nel suo cuore e nelle sue preghiere. Il ringraziamento va alla fondatrice Michèle Pierre-Louis e al suo impegno al servizio del bene comune e alla difesa dei diritti umani, in particolare a quello dell’istruzione e della formazione delle nuove generazioni. “C’è bisogno di passione, di creatività per restituire ad Haiti la prospettiva concreta di un futuro migliore”, afferma il Papa. l popolo haitiano, ricorda, ha troppo sofferto a causa delle tante calamità naturali dei problemi sociali e delle tante emergenze umanitarie. “Preghiamo per Haiti: è gente buona, gente brava, gente religiosa, ma sta soffrendo tanto!”