Chiesa Cattolica – Italiana

Il Papa: il Natale non sia vittima di un modello commerciale e consumistico

Francesco nell’udienza agli artisti del Concerto di Natale indica la necessità di difendere il messaggio della nascita di Gesù e di cantarlo respingendo omologazione e uniformità. Un pensiero rivolto a chi vive questi giorni nel dolore e nella paura della guerra “pure nella Terra di Gesù”

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Il messaggio della Nascita di Gesù “è antico e sempre nuovo”, è unico, ma può essere trasmesso a seconda della tradizione, con originalità e un proprio “timbro”, con “stili diversi, a partire da culture e lingue diverse”, ma senza cedere al consumismo. Francesco riceve gli artisti del concerto di Natale e a loro chiede di reagire al sistema, sempre con il pensiero rivolto alla Terra di Gesù, e a tutti gli altri luoghi dove si vive il dolore della guerra.

Perché il Vangelo del Natale è unico ma non può essere cantato in modo uniforme. Invece la tendenza del modello tecnocratico è  il contrario, è omologare, uniformare. Ma l’arte, è diverso e i cantici di Natale vanno cantati con quell’arte che viene dal cuore. Sappiamo, purtroppo, che anche il Natale è vittima di questo modello commerciale e consumistico. Ma che almeno i canti natalizi conservino questa poesia e questa spontaneità che dà loro tanta vita. Aiutateci a difenderlo da questo abuso.

L’esempio di “Tu scendi dalle stelle”

Le parole del Papa sono rivolte a coloro che nel pomeriggio daranno vita alla 31.ma edizione del Concerto patrocinato dalla Fondazione Pontificia Gravissimum Educationis – Cultura per l’Educazione, che chiama grandi artisti sul palco dell’Auditorium Conciliazione a Roma e che sarà trasmesso su Canale 5 nella notte di Natale. Francesco, parla dei “canti popolari” quale “parte integrante delle culture” e cita “Tu scendi dalle stelle”, “che nella sua semplicità, è un capolavoro di teologia e di armonia”, che “non solo in Italia, si conosce in tutto il mondo”, composto “dal santo vescovo Alfondo Maria de’ Liguori, che è stato il grande cantore del Natale”.

Fin dai tempi più remoti, l’essere umano ha tramandato racconti e preghiere in forma cantata. E così avviene ancora oggi, soprattutto in alcune popolazioni native. Ma anche nelle società moderne ritroviamo questo fenomeno: pensate a quanti adolescenti sanno a memoria le canzoni dei loro cantanti preferiti, perché quelle parole unite alla musica suscitano in loro un misto di emozioni e di significati.

Il pensiero a chi vive la guerra

Il Papa non dimentica poi chi nel mondo soffre per la violenza dei conflitti.

Cari amici, so che oggi canterete anche pensando a coloro che vivono questi giorni nel dolore e nella paura a causa della guerra. Tante guerre. Purtroppo pure nella Terra di Gesù. Anche per questo vi ringrazio e vi benedico

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti