Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Il Cristo Redentore a Rio De Janeiro con le sue braccia aperte è “un appello alla riconciliazione”, un “invito alla fraternità”. E’ un passaggio del messaggio del Papa, a firma del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a 90 anni dall’inaugurazione della statua sulla cima del Corcovado.
Una fraternità – aggiunge – che va estesa alla città e al Paese intero, “affinché si formi una comunità dove nessuno si senta solo, indesiderato, rifiutato, ignorato o dimenticato, e dove tutti si impegnino per un mondo più giusto, più solidale e più felice”.
Dialogare sempre
Francesco invita così tutte le persone a costruire la fraternità, “indipendentemente dal loro livello di istruzione o di ricchezza”.
Nessuno deve rimanere “a braccia conserte”, ma piuttosto aprire le braccia a tutti, come fa il Redentore. Per ottenere questo, il dialogo costruttivo è fondamentale, perché “tra l’indifferenza egoista e la protesta violenta c’è sempre un’opzione: il dialogo”. Dialogo tra le generazioni, dialogo all’interno delle persone, perché siamo tutti persone”
Da qui l’invito ad accogliere tutti, riflesso dell’accoglienza di Cristo, che “abita nella città e vi invita ad avvicinarvi a Lui perché, essendo vicini a Lui, sarete vicini gli uni agli altri”. Infine l’invito a pregare per intercessione della Madre del popolo brasiliano, Nostra Signora di Aparecida.