Il Papa: il cristiano, luce nel buio della violenza e della guerra

Vatican News

Faro nell’oscurità di un mondo segnato dai conflitti, chiamato ad illuminare lì dove tutto sembra perduto. Questo è secondo Francesco il cuore dell’agire ispirato al Vangelo, vissuto dalla Fraternità di Romena ricevuta questa mattina in Vaticano. Ai 500 partecipanti all’udienza l’invito a portare avanti “il sogno di un mondo fraterno e solidale”

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Il mondo di oggi segnato da violenze e conflitti ha bisogno di fraternità, pace e amicizia sociale. Francesco lo ricorda nell’udienza in Aula Paolo VI a circa 500 membri della Fraternità di Romena, in provincia di Arezzo, e del Gruppo Nain. Accoglienza, cura e fraternità, dice loro il Pontefice, sono tre esperienze che permettono alla luce del Vangelo di filtrare e rischiare le oscurità della vita. È l’esperienza vissuta da quanti arrivano affaticati e oppressi, tra la bellezza della natura e il fascino del silenzio, per trascorrere qualche giorno presso l’antica pieve romanica in cui ha sede la Fraternità di Romena, “spazio di bellezza, semplicità e ascolto”.

Un momento dell’udienza

Amore gratuito

Nello spirito del Vangelo a Romena “chiunque può sentirsi a casa”: “l’amore gratuito di Dio”, osserva il Vescovo di Roma, “non pone condizioni e non impone pesi sulle nostre spalle, ma semplicemente ci accoglie e ci ama gratuitamente”.

Non perdete mai questo spirito, anzi, lavorate sempre per coltivare questo stile di apertura e di accoglienza, per continuare ad essere un’oasi di libertà, che esprime l’amore infinito e gratuito di Dio per ogni creatura.

Un momento dell’udienza

Saper piangere insieme

La compassione di Gesù, la partecipazione interiore che lo porta a piangere con chi è nel pianto e a curare le ferite ispira il servizio offerto dal Gruppo Nain che accoglie e segue nel cammino i genitori che hanno vissuto il dramma della perdita di un figlio: “dolore immenso, inconsolabile, che mai dev’essere banalizzato da parole vuote e risposte superficiali”. Il “saper piangere insieme”, rileva il Papa, è una vocazione propria di Romena: “La pieve infatti fu costruita in un tempo di carestia e di crisi, per essere una piccola luce nell’oscurità di quel momento storico”.

Romena ci ricorda questo: essere cristiani significa prendersi cura di chi è ferito e di chi è nel dolore, per accendere piccole luci laddove sembra essere tutto perduto.

Il sogno di un mondo fraterno

Cuore dello stile di vita di Romena è la fraternità, “spazio in cui coltivare la bellezza dello stare insieme e scoprire nel volto di ognuno un fratello da amare”.

E vorrei dirvi che questa è anche la profezia di Romena: portare avanti il sogno di un mondo fraterno e solidale; essere seminatori di pace e di amicizia sociale. Il mondo di oggi, ancora segnato da violenze e conflitti, ne ha tanto bisogno.

Un momento dell’udienza

Chiacchiericcio, malattia infettiva

Ma l’amicizia sociale è minacciata da una malattia infettiva, avverte Papa Francesco: il chiacchiericcio.

Io so, conosco una medicina molto buona per il chiacchiericcio, che dà dei buoni risultati, se voi volete io la dico: mordersi la lingua. Perché quando uno sente voglia di chiacchierare si morde la lingua, la lingua si gonfia e poi non può…

Un momento dell’udienza

Praticare l’ospitalità

Francesco chiede alla Fraternità di “continuare a praticare l’ospitalità fraterna, a offrire un posto dove le persone possano poggiare il capo e dove ciascuno possa sentirsi amato da Dio e parte di una fraternità universale, quella che il Padre ha voluto inaugurare in Gesù e che Gesù ci chiede di costruire insieme a Lui e con lo Spirito Santo”.

La Fraternità di Romena, si legge nel sito web, “accoglie singoli o coppie che chiedono di vivere qualche giorno in condivisione offrendo lavoro, preghiera, momenti di silenzio in semplicità e creatività”.