Chiesa Cattolica – Italiana

Il Papa: i salmi permettono di non impoverire la preghiera riducendola solo a richieste

All’udienza generale Francesco parla dei salmi nella Bibbia definendoli “canti” ispirati dallo Spirito e da Lui messi “sulle labbra della Sposa”. A volte risentono della situazione storica, osserva, ma “non c’è stato d’animo o bisogno” in cui non ci vengano in soccorso introducendoci in quella “grandiosa orchestrazione che è la comunione dei santi”. L’invito a far risuonare “una sinfonia di preghiera” in vista del Giubileo

Adriana Masotti – Città del Vaticano

I salmi “sono i canti che lo Spirito stesso ha messo sulle labbra della Sposa”, cioè la Chiesa. Insieme, raccolti nel Libro dei Salmi, formano “una sinfonia di preghiera” in cui vi sono vari “movimenti” che è necessario riscoprire nella loro ricchezza e attualità. Proprio “a una grande sinfonia di preghiera” Francesco aveva chiesto si dedicasse l’anno in corso, in preparazione al Giubileo 2025, e nella catechesi all’udienza generale di questo mercoledì in piazza San Pietro lo ricorda, invitando a far risuonare quelle parole, ispirate dallo Spirito, nella Chiesa di oggi. 

I tanti “movimenti” contenuti nei salmi

“Lode, ringraziamento, supplica, lamento, narrazione” e altri ancora i generi di preghiera espressi nei salmi, osserva il Papa, sottolineando il “posto privilegiato” da loro occupato nel Nuovo Testamento. “Io sulla mia scrivania – confida – ho un’edizione in ucraino” del Nuovo Testamento e dei Salmi, un libro appartenuto a “un soldato morto in guerra, che mi hanno inviato. E lui pregava al fronte con questo libro”. Questo ragazzo, già ricordato in altre occasioni, si chiamava Oleksandr e aveva 23 anni. Francesco precisa:

Non tutti i salmi – e non tutto di ogni salmo – può essere ripetuto e fatto proprio dai cristiani e ancor meno dall’uomo moderno. Essi riflettono, a volte, una situazione storica e una mentalità religiosa che non sono più le nostre. Questo non significa che non sono ispirati, ma che per certi aspetti sono legati a un tempo e uno stadio provvisorio della rivelazione, come lo è anche tanta parte della legislazione antica. 

I salmi devono diventare la nostra preghiera

I salmi, prosegue il Papa, “sono stati la preghiera di Gesù, di Maria, degli Apostoli” e delle comunità cristiane che ci hanno preceduto. Recitandoli si partecipa a quella “grandiosa orchestrazione che è la comunione dei santi”. Li ritroviamo nella celebrazione della Messa e nella Liturgia delle ore. A braccio Francesco aggiunge:

Io mi domando: voi pregate con i salmi qualche volta? Prendete la Bibbia o il Nuovo Testamento e pregate un salmo. Per esempio, quando voi siete un po’ tristi per aver peccato pregate il salmo 50? Ci sono tanti salmi che ci aiutano ad andare avanti. Prendete l’abitudine di pregare con i salmi. Io vi assicuro sareste felici alla fine.

I salmi, sottolinea ancora il Papa, devono diventare “la nostra preghiera”. 

Se ci sono dei salmi, o solo dei versetti, che ci parlano al cuore, è bello ripeterseli e pregarli durante il giorno. I salmi sono preghiere “per tutte le stagioni”: non c’è stato d’animo o bisogno che non trovi in essi le parole migliori per trasformarli in preghiera. A differenza di tutte le altre preghiere, i salmi non perdono di efficacia a forza di essere ripetuti, anzi, l’accrescono. 

Non solo richiesta, ma lode e ringraziamento

Il Pontefice fa alcuni esempi di come le parole dei salmi ci vengano in aiuto nelle diverse situazione della vita. Nel rimorso, nella paura o nell’angoscia possiamo ripetere: “Pietà di me, o Dio, nel tuo amore” e “Il Signore è il mio pastore…” O per dire il nostro legame con Dio, possiamo fare nostre le espressioni: “O Dio, tu sei il mio Dio (…) ha sete di te l’anima mia”. 

I salmi ci permettono di non impoverire la nostra preghiera riducendola solo a richieste, a un continuo “dammi, dacci…”. (…) I salmi ci aiutano ad aprirci a una preghiera meno centrata su noi stessi: una preghiera di lode, di benedizione, di ringraziamento; e ci aiutano anche a farci voce di tutto il creato, coinvolgendolo nella nostra lode.

Da qui l’invito a far “risuonare nella Chiesa di oggi”, le parole donate dallo Spirito alla sua Sposa e “a fare di questo anno preparatorio al Giubileo una vera sinfonia di preghiera”.

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