Si celebra in questo mese, nell’emisfero nord, la “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani” e Francesco nel videomessaggio per gennaio invita a pregare perché la varietà di tradizioni siano riconosciute come un “regalo di Dio” e non un “motivo di conflitto”: per avanzare nel cammino della fede abbiamo bisogno del dialogo ecumenico con i nostri fratelli e sorelle di altre confessioni e comunità
Adriana Masotti – Città del Vaticano
“Non dobbiamo avere paura della diversità dei carismi nella Chiesa. Al contrario, dobbiamo rallegrarci di vivere questa diversità”. Si apre con questo appello il videomessaggio che Papa Francesco invia a tutta la Chiesa, tramite la Rete Mondiale di Preghiera del Papa, con la sua intenzione di preghiera per il primo mese del 2024. Il Papa osserva:
Già nelle prime comunità cristiane, diversità e unità erano molto presenti e in tensione, per essere risolte in un piano superiore. Ma c’è di più. Per avanzare nel cammino della fede abbiamo bisogno anche del dialogo ecumenico con i nostri fratelli e sorelle di altre confessioni e comunità cristiane”.
Nello Spirito la diversità non è motivo di conflitto
La diversità, dunque, per il Papa non è “qualcosa che confonde o crea disagio”, ma “un regalo che Dio fa alla comunità cristiana perché cresca come un solo corpo, il corpo di Cristo”.
Pensiamo, per esempio, alle Chiese orientali. Hanno alcune tradizioni proprie, alcuni riti liturgici specifici, ma mantengono l’unità della fede. La rafforzano, non la dividono. Se ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo, la ricchezza, la varietà, la diversità non diventano mai motivo di conflitto. Lo Spirito ci ricorda che anzitutto siamo figli amati di Dio. Tutti uguali nell’amore di Dio e tutti diversi.
Imparare a riconoscere il dono della varietà
Al Signore, suggerisce Papa Francesco, dobbiamo chiedere di scoprire questa realtà dell’unità nella differenza:
Preghiamo perché lo Spirito ci aiuti a riconoscere il dono dei diversi carismi dentro le comunità cristiane e a scoprire la ricchezza delle differenti tradizioni rituali in seno alla Chiesa Cattolica.
La ricchezza delle Chiese orientali
Nel comunicato che accompagna la pubblicazione del videomessaggio, si fa notare che Francesco menziona in particolare le Chiese orientali e si spiega che, in comunione con Roma, ci sono numerose Chiese orientali “come i cattolici bizantini, la Chiesa Greco-Cattolica Ucraina o la Chiesa Greco-Melkita”. Altri esempi della diversità dei riti all’interno del cattolicesimo “sono la Chiesa Siro-Malabarese e la Chiesa Siro-Malankarese Cattolica, entrambe sorte in India; la Chiesa Maronita, di origine libanese; la Chiesa Copta Cattolica, di origine egiziana; la Chiesa Armena Cattolica; la Chiesa Caldea, predominante in Iraq; così come la Chiesa Cattolica Etiopica-Eritrea” e altre ancora. Per questo tutti i cristiani, afferma il Papa, sono “figli amati di Dio. Tutti uguali nell’amore di Dio e tutti diversi”.
Uniti davanti alla croce
“Il filo conduttore del Video del Papa di questo mese – si legge ancora nel testo – è la croce, simbolo di unità e di diversità: una croce che appare sulle porte, nelle rocce, nelle chiese, mostrando ogni volta la ricchezza delle varie comunità cristiane proprio nelle loro differenze”. La poetessa Alda Merini notava: “La croce non è un palo dei romani, ma il legno su cui Dio ha scritto il suo Vangelo”, davanti ad essa tutti i cristiani si ritrovano, al di là delle diverse confessioni, tradizioni e riti. L’immagine conclusiva del video è, dunque, quella di un’enorme croce formata da migliaia di cristiani di varie provenienze a simboleggiare l’accoglienza dell’invito del Papa. “La tempistica non è casuale – si osserva nel comunicato – : il mese di gennaio è infatti segnato, nell’emisfero settentrionale, dalla Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, che quest’anno si celebra sul tema “Amerai il Signore tuo Dio… e il tuo prossimo come te stesso”.
Fornos: carismi e tradizioni segno della presenza dello Spirito
Padre Frédéric Fornos S.J., direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa che promuove e diffonde il videomessaggio, sottolinea “che la diversità dei carismi, delle tradizioni teologiche e rituali nella Chiesa cattolica, è qualcosa di positivo. Ci sono anche molte tradizioni spirituali, come quelle promosse dagli ordini e dalle congregazioni religiose. Dio – prosegue – ama la diversità, è un segno della presenza dello Spirito Santo. Così ci conduce alla pienezza della verità. Per questo, come dice Francesco, dobbiamo rallegrarci”. Padre Fornos conclude proponendo ancora quanto sta a cuore al Papa: vivere la diversità all’interno della Chiesa “come un regalo che Dio fa alla comunità cristiana perché cresca come un solo corpo, il corpo di Cristo”.