Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Nonostante il peso della storia, talvolta dolorosa, e dei pregiudizi reciproci, il cammino percorso da ebrei e cristiani è considerevole. Francesco accoglie così i membri dell’Amitié Judéo-Chrétienne de France e li incoraggia a “perseverare in questa via del dialogo, della fraternità e delle iniziative comuni”:
Perché questa bella opera, che consiste nel creare legami, è fragile, sempre da riprendere e consolidare, soprattutto in questi tempi ostili in cui gli atteggiamenti di chiusura e di rifiuto dell’altro si fanno più numerosi, anche con la preoccupante ricomparsa dell’antisemitismo, in particolare in Europa, come delle violenze contro i cristiani
L’insegnamento della Nostra Aetate
Il Papa ricorda la figura di uno dei fondatori dell’Amitié, Jules Isaac, il quale svolse “un ruolo di primo piano nel riavvicinamento tra ebrei e cristiani, dopo la tragedia della seconda guerra mondiale” e fu anche grande sostenitore della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate, “testo che conserva tutta la sua attualità e che richiama il grande patrimonio spirituale comune ai cristiani e agli ebrei”. Poi ringrazia l’organizzazione per l’impegno mostrato nell’aiuto a ebrei e cristiani “a crescere nella mutua conoscenza, nella comprensione, nel rispetto e nell’amicizia”:
Vi ringrazio per questo lavoro che svolgete instancabilmente da settant’anni. Esso ha ampiamente contribuito ad aiutare gli ebrei e i cristiani a riscoprirsi fratelli, figli di uno stesso Padre, che «aspettano il giorno, noto a Dio solo, in cui tutti i popoli invocheranno il Signore con una sola voce e “lo serviranno sotto lo stesso giogo” (cfr Sof 3,9)» (ibid.).
Papa Francesco, nel concludere, assicura quindi il suo sostegno alle varie iniziative dell’Amitié Judéo-Chrétienne de France così come “a quelle di tutti coloro, ebrei e cristiani insieme, che si adoperano per una sempre maggiore fraternità”.