Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
La formazione del personale, la spiritualità della Curia e, soprattutto, il tema dei laici e il loro eventuale ruolo ai vertici di alcuni Dicasteri sono stati i temi sui quali si sono concentrate le riflessioni e discussioni dei cardinali nella riunione a porte chiuse con il Papa sulla Praedicate Evangelium. Riunione che si avvia alla conclusione con l’ultima sessione questa mattina e, nel pomeriggio, alle 17.30, la Messa celebrata da Francesco nella Basilica di San Pietro.
Riunioni in gruppi
Ieri, dopo il saluto del Papa a inizio lavori, seguito da un breve intervento del decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re, i circa 200 cardinali, patriarchi e superiori della Segreteria di Stato riuniti in Aula Nuova del Sinodo hanno potuto confrontarsi in gruppi linguistici, durante i quali sono state avanzate proposte, presentate idee e chiesti chiarimenti. Si è tenuta poi anche una sessione plenaria.
Il tema dei laici
Argomento principale, come detto, quello di laici in ruoli apicali. Come si ricorderà, il punto 10 della Praedicate Evangelium – documento pubblicato il 19 marzo scorso e in vigore dal 5 giugno – recita: “Ogni cristiano, in virtù del Battesimo, è un discepolo-missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù. Non si può non tenerne conto nell’aggiornamento della Curia, la cui riforma, pertanto, deve prevedere il coinvolgimento di laiche e laici, anche in ruoli di governo e di responsabilità”.
Già nel corso della conferenza stampa di presentazione della Costituzione, il 21 marzo, alcuni relatori, tra cui il neo cardinale Gianfranco Ghirlanda, avevano affrontato il tema sottolineando che “ci sono Dicasteri in cui è conveniente che ci siano dei laici alla guida”. Un esempio è il Dicastero Laici, Famiglia e Vita che, diceva il canonista, abbraccia settori che i laici “vivono” e sui quali “hanno esperienza”. “Non c’è una preclusione stabilita”, affermava Ghirlanda. Allo stesso tempo, aggiungeva, nel caso dei Tribunali “la Costituzione non abroga il Codice di Diritto Canonico che stabilisce che nelle questioni che riguardano i chierici siano i chierici a giudicare… La Chiesa rimane con una gerarchia. Non si elimina la funzione di un sacerdote o un vescovo, dipende dalle diverse situazioni”.
Sulla questione, emersa nel corso dei lavori, sono stati chiesti degli approfondimenti in un clima di sereno confronto.
Lojudice: “Messe in rete alcune idee”
Lo spiega anche il cardinale Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, a Vatican News. “Quando si lavora in piccoli gruppi, è più facile confrontarsi e dialogare. Il tema sappiamo che è il confronto aperto e sereno sulla nuova Costituzione e in particolare sulla sua applicazione, su come metterla in pratica. Nei gruppi più che elementi di novità, sono state messe in rete alcune idee… È possibile che ci siano dei passaggi che aiutano la comprensione di alcuni elementi che risultano meno chiari, meno evidenti, in particolare quello che riguarda la presenza dei laici anche in funzioni apicali dei Dicasteri. È questa una porta aperta che speriamo si possa percorrere nel modo migliore”.
Missione e missionarietà
Sempre Lojudice parla di un “ottimo clima” interno all’Aula nuova del Sinodo e descrive la riunione come un punto di partenza: “I tempi sono necessariamente lunghi per fare una riforma. Il Papa ci tiene e ci ha tenuto dall’inizio, è uno dei punti cardine del pontificato… Credo che prima o poi arriveremo ad una consapevolezza diversa, dove tutto è missione e missionarietà anche, può sembrare paradossale, gli stessi uffici di Curia”.
Dolan: “Incontro edificante”
Parla invece di “bella esperienza” il cardinale arcivescovo di New York, Timothy Dolan, e di incontro “straordinariamente edificante”. “Parliamo come amici, come fratelli, con immensa carità e profondo amore per la Chiesa, di questioni molto pratiche”, dice il porporato al microfono di Deborah Castellano Lubov. “Sono contento che sia avvenuto. Lo si aspettava con ansia”.