Chiesa Cattolica – Italiana

Il Papa: donare felicità con l’arte, diffondere serenità. Ne abbiamo tutti bisogno

Udienza, questa mattina, di Francesco con 300 membri della Fondazione dell’Arena di Verona in occasione dei cento anni dalla “rinascita” dell’edificio e del Festival lirico che continua ad ospitare. Nel suo discorso, il Pontefice sottolinea l’impegno di una folla di uomini e donne che hanno tenuto in vita l’Arena “per consegnarla ancora più ricca alle generazioni future”, esercitando così “una forma intelligente, creativa e concreta di gratitudine e carità”

Adriana Masotti – Città del Vaticano

“Cento stagioni di attività artistica di altissimo livello, che hanno raccolto e mantenuto viva una preziosa eredità del passato, per consegnarla ancora più ricca alle generazioni future. E questo è molto bello: è una forma intelligente, creativa e concreta di gratitudine e di carità”. Così Papa Francesco stamattina accogliendo in Sala Clementina i membri della Fondazione Arena di Verona, in occasione del centenario della sua “rinascita”. Gli inizi dell’attività dell’Arena risalgono al 1913 con la rappresentazione dell’Aida di Giuseppe Verdi, ricorda Francesco, che ripercorre prima di tutto la storia dell’edificio: 

Come spesso accade, è stato adattato a vari utilizzi, protagonista di alterne vicende: valorizzato, in alcuni periodi, nella sua funzione originale di luogo di spettacolo; declassato, in altri, ad usi più umili, fino a rischiare, in alcuni momenti, di essere ridotto addirittura a cava di pietre.

Un momento dell’incontro con il Papa

Il lavoro di una grande comunità

Un edificio, sede della “bellissima avventura” centenaria del Festival lirico, salvato sempre dall’effetto dei veronesi, osserva ancora il Papa, che nel tempo l’hanno più volte restaurato. “Quanto lavoro in tutto questo, quanta dedizione e quanta fatica”, afferma citando i lavoratori che l’hanno costruito e ricostruito, gli artisti, gli organizzatori, e tutti quelli che si sono adoperati nel tempo anche “dietro le quinte”. Un impegno corale che al Papa fa venire in mente ciò che san Paolo dice della Chiesa: un corpo fatto di molte membra. Quindi afferma: 

Cento anni di arte, infatti, non può produrli una persona sola, e neanche un gruppetto di eletti: richiedono il concorso di una grande comunità, la cui opera va oltre l’esistenza stessa dei singoli e in cui chi lavora sa di costruire qualcosa non solo per sé, ma anche per chi verrà dopo.

Alcuni membri della delegazione della Fondazione in Sala Clementina

La gioia di donare qualcosa di bello agli altri

L’immagine che rievoca Francesco è quella di una folla di uomini e donne, sempre presente, che ci ricordano “quanto è importante, nell’arte come nella vita, essere umili e generosi” E sottolinea: “Umiltà e generosità: due virtù del vero artista di cui ci parla la vostra storia!”. E il Papa conclude:

Vi incoraggio dunque a continuare quest’opera, e a farlo con amore, non tanto per il successo personale, quanto per la gioia di donare qualcosa di bello agli altri. Donare felicità con l’arte, diffondere serenità, comunicare armonia! Ne abbiamo tutti tanto bisogno.

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