Francesco ha incontrato i partecipanti al Colloquio tra il Dicastero per il Dialogo Interreligioso e il Royal Institute for Inter-Faith Studies, fondato in Giordania, per la ricerca e la valorizzazione degli elementi di convergenza tra fede cristiana e quella islamica, “in tempi segnati da conflitti e violenze”. Ricordate le sofferenze ancora vive di cristiani e musulmani nella Turchia e nella Siria colpite dal terremoto del febbraio scorso
Adriana Masotti – Città del Vaticano
Papa Francesco riceve in Vaticano i partecipanti al VI Colloquio tra il Dicastero per il dialogo Interreligioso e il Royal Institute for Inter-Faith Studies, guidato dal Principe El Hassan bin Talal, i cui principali obiettivi sono la conservazione e la valorizzazione del patrimonio arabo cristiano. Il Papa sottolinea il fatto che si tratti del sesto incontro che testimonia la continuità e “la preseveranza nel cammino del dialogo interreligioso e interculturale” che è “anche dimostrazione di un’amicizia fedele che continua”. E’ la strada della fraternità su cui i partecipanti intendono andare avanti.
Desidero esprimere apprezzamento e gratitudine a Sua Maestà il Re Abdullah II di Giordania, per la sua attenzione alle comunità cristiane non solo del suo Paese, ma anche a quelle del Medio Oriente, in particolare in tempi segnati da conflitti e violenze. Sua Maestà non si stanca di ripetere che i cristiani di quelle terre benedette sono autoctoni, quindi vivono dove hanno vissuto i loro antenati da lunghi secoli.
Nel dialogo puntare sulle convergenze
Papa Francesco esprime riconoscenza in particolare per l’attività del Regio Istituto per gli Studi Interreligiosi che intende consolidare il patrimonio cristiano in tutto il Medio Oriente, regione ricca “in etnie, religioni, culture, lingue e tradizioni”. Un bel mosaico, afferma il Papa, che va conservato in ogni suo tassello. E osserva come il dialogo abbia bisogno di sincerità e di rispetto reciproci sapendo che tra le diverse componenti ci sono convergenze e divergenze e afferma:
È sulle prime che bisogna soprattutto puntare, ossia su ciò che ci unisce, a livello religioso-spirituale come a livello etico-morale. In questo senso, voi vi proponete di dare risalto a numerosi valori comuni, quali l’adorazione del Dio unico, la preghiera, il digiuno, il pellegrinaggio, la compassione, la condivisione, la cura per le persone svantaggiate e sofferenti: l’orfano, la vedova, l’ammalato, l’anziano, l’immigrato, il rifugiato.
Il comune impegno per una vita buona
A unire cristiani e musulmani, prosegue Francesco, è anche la fede nella vita eterna e nel giudizio di Dio che porta ad un comune impegno “per una vita buona, che dia gloria a Dio e gioia a quanti incontriamo nel nostro pellegrinaggio terreno”. Il Papa non manca di ricordare il dramma che stanno vivendo ancora oggi le popolazioni della Turchia e del nord della Siria colpite dal forte terremoto del 6 febbraio scorso che ha provocato vittime e distruzioni. E afferma:
Anche il nostro cuore è vicino a tanta gente che ha sofferto questo terremoto così brutto. Preghiamo per loro e facciamo il meglio di noi per aiutarli. Ci sono musulmani, cristiani, fratelli e sorelle nostri.
Francesco invoca, infine, la benedizione di Dio sugli sforzi dei partecipanti all’incontro di questi giorni volto a “far crescere un mondo dove tutti possano vivere da fratelli e sorelle, in pace, sicurezza e dignità”.
Il Royal Institute for Inter-Faith Studies
Il Royal Institute for Inter-Faith Studies (RIIFS) è un’organizzazione non governativa fondata nel 1994 ad Amman, in Giordania, sotto il patrocinio di Sua Altezza Reale il Principe El Hassan bin Talal, noto sostenitore del dialogo interreligioso. Sul suo sito si legge che nella regione: “Musulmani e cristiani condividevano la lingua, la storia, il patrimonio culturale e di civiltà e si distinguevano tra loro solo per l’appartenenza religiosa. Musulmani e cristiani vivevano fianco a fianco in una vita comune in armonia”. Una realtà che l’Istituto si sforza di sostenere attraverso studi, incontri e progetti che mirano a prevenire l’estremismo tra le comunità giordane insegnando valori umani ispirati a principi religiosi moderati e incoraggiando l’accettazione dell’ “altro”, soprattutto del credente di fede diversa. Dalla sua nascita la RIIFS si è trasformata da centro per lo studio delle relazioni tra musulmani e cristiani nel mondo arabo in un’istituzione interdisciplinare, che copre tutti i campi delle scienze umane e sociali che si occupano di interazione culturale e di civiltà.