Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Liberare i cuori dell’odio. Guardando al conflitto in corso Papa Francesco suggerisce innanzitutto questa indicazione ai 19 gesuiti incontrati nella nunziatura apostolica di Nur-Sultan nel corso del Viaggio Apostolico in Kazakhstan. “Nelle guerre a soffrire è il popolo, la gente. Questo genera odio”, “chi fa la guerra dimentica l’’umanità”.
Errore pensare ci siano buoni e cattivi
“Credo sia un errore pensare che sia un film di cowboy dove ci sono buoni e cattivi”. Il Pontefice non ha dubbi: “questa è una guerra mondiale”. “Bisogna indagare la dinamica che ha sviluppato il conflitto”, aggiunge riferendosi innanzitutto ai “fattori internazionali che hanno contribuito a provocare la guerra”.
Imperialismi in conflitto
Il Vescovo di Roma ricorda la visita in Vaticano nel dicembre scorso, alla vigilia dello scoppio del conflitto, di un capo di Stato che si era detto molto preoccupato “perché la Nato era andata ad abbaiare alle porte della Russia senza capire che i russi sono imperiali e temono l’insicurezza ai confini”. Sulle cause di questa guerra, è la considerazione di Francesco, “non si può essere semplicisti”: “io vedo imperialismi in conflitto. E, quando si sentono minacciati e in decadenza, gli imperialismi reagiscono pensando che la soluzione sia scatenare una guerra per rifarsi, e anche per vendere e provare le armi”.
Visita in Ucraina, non in questo momento
“Dal primo giorno fino a ieri ho parlato costantemente di questo conflitto, facendo riferimento alle sofferenze dell’Ucraina”, ricorda ai gesuiti della Regione Russa e cita la sua visita all’Ambasciata Russa, “inusuale” per un Papa, ma animata dal desiderio di poter parlare con il presidente Putin e aprire “una piccola finestra di dialogo”; i colloqui telefonici con il presidente Zelensky; le missioni in Ucraina dei cardinali Czerny e Krajewski o di monsignor Gallagher; il suo impegno in favore dei prigionieri ucraini. “Anche io avevo in mente di poter andare”, spiega ancora una volta. “Mi sembra che la volontà di Dio sia di non andare in questo preciso momento; vediamo poi in seguito, però”.
Gente comune è vittima della guerra
“Ho definito l’invasione dell’Ucraina una aggressione inaccettabile, ripugnante, insensata, barbara, sacrilega”, precisa. “La gente comune”, ribadisce, “è la vera vittima che paga sulla propria pelle le follie della guerra”. “Ho fatto riferimento a quella ragazza che è saltata in aria”, aggiunge in relazione alle parole pronunciate all’indomani dell’attentato a Darya Dugina, figlia dell’ideologo di Putin.
Il Papa non si arrabbia se frainteso
“A questo punto si è dimenticato tutto ciò che avevo detto fino a quel momento e si è prestata attenzione solamente a quel riferimento. Ma comprendo le reazioni della gente, perché sta soffrendo molto”. “Il Papa non si arrabbia se è frainteso, perché conosco bene la sofferenza che c’è alle spalle”. Ai membri della Compagnia di Gesù Francesco raccomanda: “a me non interessa che voi difendiate il Papa, ma che il popolo si senta accarezzato da voi che siete i fratelli del Papa”.
Stile di Dio è vicinanza
“La cosa da fare”, infatti, è dimostrare vicinanza”: “il popolo deve sentire che la Chiesa è vicina”. “Lo stile di Dio è la vicinanza”.
Il colloquio integrale del Papa con i gesuiti in Kazakhstan sarà online giovedì 29 settembre alle 10.00 su “La Civiltà Cattolica” in un articolo a firma del direttore della rivista padre Antonio Spadaro.