Adriana Masotti – Città del Vaticano
La Chiesa celebra oggi la Festa del Battesimo del Signore e, dopo la pausa dell’anno scorso, a causa della pandemia, Papa Francesco riprende la consuetudine di impartire, in questa domenica, il battesimo ad alcuni neonati figli di dipendenti vaticani. Sono sedici, questa volta, i bambini e le bambine a ricevere dal Papa il sacramento che li introduce nella vita cristiana in un contesto davvero speciale: la Cappella Sistina. L’ultima volta, il 12 gennaio 2020, erano stati 32 e il Papa aveva tenuto una breve omelia a braccio per non “stancare” i piccoli e i loro genitori alle prese con strilli e vagiti, soprattutto le mamme a cui Francesco aveva detto di sentirsi libere di allattare lì in Cappella i loro bambini.
Le letture della liturgia di oggi
La celebrazione si apre con le formule previste dal rito pronunciate dal Papa: che nome date ai vostri bambini? Che cosa chiedete per loro? Siete consapevoli della vostra responsabilità?” “Cari bambini, con grande gioia la Chiesa vi accoglie”, dice il Papa prima di segnare su ciascun neonato, portato al Papa dai genitori, il segno distintivo della fede cristiana, il segno della croce. La prima Lettura è tratta dal profeta Isaia: 2Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri”. La seconda è un brano della Lettera di san Paolo apostolo a Tito che ci parla della salvezza portata dal Signore: “egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo”. Il Vangelo, proclamato da un diacono, racconta il Battesimo di Gesù sulle rive del fiume Giordano: “Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, – scrive l’evangelista Luca – ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.
Il Papa: custodite la loro identità cristiana
L’omelia di Papa Francesco è brevissima e a braccio, come lo era già stato in passato nella stessa circostanza. Ricorda un inno liturgico che dice che il popolo di Israele andava al Giordano “con i piedi scalzi e l’anima scalza”, cioè riconoscendo il bisogno di essere bagnati da Dio. E prosegue:
Questi bambini oggi vengono qui anche con l’anima scalza a ricevere la giustificazione di Dio, la forza di Gesù, la forza di andare avanti nella vita, di ricevere l’identità cristiana. È questo, semplicemente. I vostri figli riceveranno oggi l’identità cristiana. E voi padri e padrini dovete custodire questa identità. Questo è il vostro lavoro durante la vostra vita: custodire l’identità cristiana dei vostri figli. È un lavoro di tutti i giorni, ma farli crescere con la luce che oggi riceveranno. Soltanto volevo dire questo. Questo è il messaggio di oggi: custodire l’identità cristiana che voi avete portato oggi per [farla] ricevere ai vostri figli.
Afferma poi che la cerimonia è piuttosto lunga e che forse i piccoli si sentiranno a disagio in un ambiente che non conoscono, forse avranno caldo o fame. Allora raccomanda:
Cercate che non siano troppo caldi; liberateli da cose, che sentano a loro agio, bene, e se hanno fame, allattateli tranquilli qui, davanti al Signore. Non c’è problema. E se gridano, lasciateli gridare”, perché loro hanno uno spirito di comunità, diciamo , possiamo dire uno “spirito di banda”, uno spirito di essere insieme, e basta che uno incomincia perché tutti sono musicali e viene l’orchestra subito.
“Lasciateli piangere tranquilli – ripete ancora – e così “con questa pace andiamo avanti nella cerimonia e non dimenticare: riceveranno l’identità cristiana e il vostro compito sarà custodire questa identità cristiana”.
L’acqua, la veste, la luce
Dopo l’invocazione a tutti i Santi, i due concelebranti, il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere apostolico, e monsignor Fernando Vérgez Alzaga, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, segnano sul petto ciascun neonato con l’olio consacrato, segno di nutrimento e di difesa per la lotta inevitabile contro il peccato e di consolazione per le inevitabili ferite. Il Papa prosegue leggendo le formule successive del rito e la professione di fede pronunciata da genitori e padrini con cui si dichiara la rinuncia al demonio, alle sue opere e alle sue seduzioni. Infine, ad uno ad uno i neonati vengono portati al fonte battesimale e Francesco versa sul capo di ciascuno l’acqua benedetta. Segue la consegna della veste bianca simbolo della rinascita a creature nuove e poi la luce di Cristo: ogni papà si reca al cero pasquale e accende la propria candela, è la luce che accompagnerà i genitori nella testimonianza della fede per i loro bambini. Al termine della celebrazione Papa Francesco si ferma a salutare ogni famiglia presente e a dare ancora una carezza affettuosa ai loro piccoli.