Tiziana Campisi – L’Aquila
È il suono delle trombe ad annunciare l’inizio del Giubileo celestiniano. È palpabile l’emozione di fedeli e pellegrini radunati intorno alla basilica di Collemaggio, dove, dopo una grigia mattinata, si è fatto spazio il sole. Fra loro ci sono anche alcuni detenuti delle carceri abruzzesi. È pure a loro che si vuole offrire la possibilità di lasciarsi abbracciare dal perdono di Dio. Francesco, il primo Papa ad aprire la Porta Santa, viene rivestito con il piviale, percuote i battenti dell’antico varco per tre volte con un ramo d’ulivo che gli porge il primo cittadino di L’ Aquila e si schiude ai fedeli l’orizzonte della misericordia. Nei volti la gioia per lo storico evento. Ad affollare il prato di Collemaggio ci sono settemila persone. L’indulgenza che Celestino V ha concesso nel 1294 a quanti, con il cuore contrito, si sarebbero recati ogni anno dai vespri del 28 agosto a quelli del giorno dopo, si rinnova, ancora una volta.
La preghiera del Papa perché la Chiesa si rinnovi
Il rito dell’apertura della 728.ma Perdonanza celestiniana inizia con le Litanie dei santi, che accompagnano la processione con il Papa, l’arcivescovo di L’ Aquila, il cardinale Giuseppe Petrocchi, gli altri concelebranti, e il sindaco della città Pierluigi Biondi. Quindi il cardinale Petrocchi pronuncia la monizione per iniziare il rito penitenziale con l’annessa indulgenza elargita da San Pietro Celestino – la Perdonanza concessa con la bolla Inter sanctorum solemnia – e rinnovata dai suoi successori. Poi la preghiera solenne del Papa al “Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe ricco di misericordia e grande nell’amore” perché la Chiesa “abbia la gioia di rinnovarsi interiormente per opera dello Spirito Santo, e di camminare (…) restando in mezzo al mondo un segno di salvezza e di redenzione” . All’Onnipotente l’invocazione ad “aprici completamente la porta” della sua misericordia, “per schiuderci un giorno le porte” della sua abitazione in cielo, dove Gesù ci ha preceduto. “Concedi, ti preghiamo, a tutti coloro che, con rinnovato impegno e ferma fede, varcheranno questa soglia di ottenere la salvezza, che da te procede e a te conduce” ha concluso il Papa. Quindi la proclamazione solenne: “Entrerò nella tua casa, Signore”.
Le ante della Porta Santa si spalancano: la figura di Francesco, in piedi, da solo, si staglia suggestiva nell’ingresso laterale della basilica di Collemaggio ed esplode il giubilo. Viene intonato il canto “Tollite portas”. Ora chiunque può ottenere l’indulgenza plenaria recitando il Credo, il Padre nostro e la preghiera secondo le intenzioni del Pontefice e accostandosi alla confessione e alla comunione eucaristica.
L’omaggio a Celestino V
Entrato nel luogo di culto voluto da Pietro da Morrone, il Papa compie l’ultimo atto del rito di apertura della Perdonanza. Viene condotto, sulla sedia a rotelle, verso il mausoleo di Celestino V. Qui sono conservate le spoglie dell’eremita divenuto Pontefice, rivestite di paramenti papali e con il pallio donato da Benedetto XVI. Nella cappella del mausoleo, per l’occasione, è esposta la bolla del Perdono, custodita in una teca. E qui Francesco sosta per una breve preghiera, raccolto ancora in silenzio.
Il congedo con la città de L’Aquila
Prima di lasciare la basilica di Collemaggio, Francesco si è intrattenuto con il cardinale Petrocchi, che gli ha illustrato alcuni dettagli del mausoleo di Celestino V, e con altri celebranti. Poi ha salutato le autorità che hanno preso parte alla Messa e al rito di apertura della Perdonanza. Infine a bordo di una Cinquecento L bianca si è diretto verso il Campo di atletica del capoluogo abruzzese, dove alle 12.23 è ripartito in elicottero per fare rientro in Vaticano.