Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
La definizione è breve, “grave situazione umanitaria”, ma dentro c’è un universo di atrocità e il cuore addolorato di un Papa. Per alcuni analisti quello che sta accadendo in Etiopia è la disintegrazione di un Paese, la guerra fratricida che oppone truppe governative alle milizie del Fronte popolare di liberazione del Tigray, che puntano su Addis Abeba. In mezzo, notizie di uccisioni, stupri, umiliazioni, il lastricato di ogni violenza, che preoccupa molto Francesco:
Il prossimo 11 settembre in Etiopia si celebrerà il Capodanno. Rivolgo al popolo etiope il mio più cordiale e affettuoso saluto, in modo particolare a quanti soffrono a motivo del conflitto in atto e della grave situazione umanitaria da esso causata. Sia questo un tempo di fraternità e di solidarietà in cui dare ascolto al comune desiderio di pace.
Prego per i sogni dei cubani
L’appello chiude i saluti ai vari gruppi linguistici, aperti poco prima da Francesco in modo più disteso dal ricordo, evocato in più saluti, della festa liturgica odierna del nome di Maria. E per la Vergine, in particolare quella de la Caridad del Cobre, patrona di Cuba, è anche il pensiero col quale il Papa conclude la sintesi della catechesi tenuta in spagnolo. Il ricordo “grato” vola a sei anni fa, alla visita fatta al Santuario della Virgen durante il viaggio sull’isola caraibica del settembre 2015. Un pellegrinaggio che nel giorno in cui i cubani ricordano la loro Madre spinge Francesco a presentare ai suoi piedi “i sogni, le speranze e i dolori del popolo di Cuba”. “Ovunque ci sia un cubano oggi – è l’augurio del Papa – possa lui o lei sperimentare la tenerezza di Maria, e possa lei condurli tutti a Cristo, il Salvatore”.
Wyszyński, eroe della speranza
Anche ai fedeli polacchi Francesco riserva un saluto speciale. Domenica prossima – dopo oltre un anno di attesa a causa della pandemia che ne ha imposto lo slittamento – salirà agli altari il cardinale Stefan Wyszyński, del quale Francesco ha voluto citare le “storiche parole” pronunciate un giorno da San Giovanni Paolo II:
“Sulla Sede di Pietro non ci sarebbe questo Papa polacco, se non ci fosse stata la tua fede, che non si è piegata davanti alla prigione e alla sofferenza, la tua eroica speranza, il tuo fidarti fino in fondo della Madre della Chiesa”.
“Che il testamento spirituale del Primate del Millennio: ‘Tutto affido a Maria’ e la confidenza della madre Elisabetta Rosa Czacka – ha soggiunto il Papa – siano sempre la forza della vostra nazione”.
Giovani, studiare per migliorare il mondo
Francesco non dimentica il mondo degli studenti che stanno per tornare a scuola. “Cari giovani – dice in un primo momento – che quest’anno accademico sia per tutti voi occasione di crescita culturale e di approfondimento dei legami di amicizia”. E successivamente, in un altro dei saluti, soggiunge:
Voi ragazzi, giovani, studenti e insegnanti che in questi giorni state tornando a scuola, possa il Signore aiutarvi a preservare la fede e a coltivare la scienza, per diventare protagonisti di un futuro migliore, in cui l’umanità possa godere di pace, fratellanza e tranquillità.