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Lo “stile” di Dio è “vicinanza, misericordia e tenerezza”. Così Papa Francesco in una breve risposta alle domande poste dal padre gesuita James Martin, che svolge il suo apostolato tra le persone Lgbt.
Il religioso, il 5 maggio scorso, aveva scritto al Papa una nota in spagnolo, chiedendogli se fosse disposto a rispondere ad alcuni quesiti che solitamente gli rivolgono i cattolici Lgbt. Alcuni giorni dopo, ha ricevuto una nota scritta a mano in spagnolo, con le sue risposte. Ne è nata una mini-intervista pubblicata oggi sul sito “Outreach” la pagina web creata dal gesuita.
“Riguardo alle vostre domande” – ha scritto il Papa – “mi viene in mente una risposta molto semplice”.
Qual è la cosa più importante che le persone Lgbt devono sapere di Dio?
Dio è Padre e non rinnega nessuno dei suoi figli. E “lo stile” di Dio è “vicinanza, misericordia e tenerezza”. Lungo questo cammino troverete Dio.
Cosa vorrebbe che le persone Lgbt sapessero della Chiesa?
Vorrei che leggessero il libro degli Atti degli Apostoli. Lì troveranno l’immagine della Chiesa vivente.
Cosa dice a un cattolico Lgbt che ha sperimentato il rifiuto della Chiesa?
Vorrei che lo riconoscessero non come “il rifiuto della Chiesa”, ma invece come quello di “persone nella Chiesa”. La Chiesa è una madre e chiama a raccolta tutti i suoi figli. Prendiamo ad esempio la parabola degli invitati al banchetto: “i giusti, i peccatori, i ricchi e i poveri, ecc.” (Matteo 22:1-15; Luca 14:15-24). Una Chiesa “selettiva”, di “sangue puro”, non è la Santa Madre Chiesa, ma piuttosto una setta.
Anche nel luglio dello scorso anno, Papa Francesco aveva inviato a padre Martin una lettera autografa in spagnolo, in occasione del webinar “Outreach 2021”, affermando che Dio “si avvicina con amore ad ognuno dei suoi figli, a tutti e ad ognuno di loro. Il suo cuore è aperto a tutti e a ciascuno. Lui è Padre”.
“Pensando al tuo lavoro pastorale – aveva scritto il Pontefice a padre Martin – vedo che cerchi continuamente di imitare questo stile di Dio. Tu sei un sacerdote per tutti e tutte, come Dio è Padre di tutti e tutte. Prego per te affinché tu possa continuare in questo modo, essendo vicino, compassionevole e con molta tenerezza”.
“Prego per i tuoi fedeli, i tuoi ‘parrocchiani’ – aveva concluso il Papa – tutti coloro che il Signore ha posto accanto a te perché tu ti prenda cura di loro, li protegga e li faccia crescere nell’amore di nostro Signore Gesù Cristo”.