Chiesa Cattolica – Italiana

Il Papa al premier giapponese: inconcepibile l’uso e il possesso delle armi nucleari

Vatican News

Francesco ha incontrato stamattina, prima dell’udienza generale, il premier giapponese Fumio Kishida. Nel colloquio, durato circa 25 minuti – ha detto ai giornalisti il direttore della Sala Stampa vaticana Matteo Bruni – si è parlato di armi nucleari e di come ne sia inconcepibile l’uso e il possesso.

La tematica è stata affrontata anche nei successivi colloqui in Segreteria di Stato. Il leader nipponico ha incontrato il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e l’attenzione è stata rivolta in particolare alla guerra in Ucraina rimarcando appunto l’urgenza del dialogo e della pace e auspicando, a questo fine, un mondo libero dalle armi nucleari. Sul tavolo anche il contesto più generale dell’80° anniversario delle relazioni diplomatiche bilaterali, segnato dal contributo della Chiesa cattolica in molteplici settori della società giapponese.

Gli appelli del Papa : non c’è pace costruita sulle armi

Tante volte il Papa, seguendo il solco tracciato dai suoi predecessori, ha indicato la strada del disarmo e ha ribadito quanto ” immorale” sia il possesso stesso delle armi atomiche, quanto esso rappresenti una “minaccia”. Lo diceva il 10 novembre del 2017 in occasione del discorso rivolto ai partecipanti al Simposio internazionale sul disarmo: l’esistenza stessa delle armi nucleari – affermava in quell’occasione-  “è funzionale a una logica di paura che non riguarda solo le parti in conflitto, ma l’intero genere umano. Le relazioni internazionali non possono essere dominate dalla forza militare, dalle intimidazioni reciproche, dall’ostentazione degli arsenali bellici”. “Le armi di distruzione di massa, in particolare quelle atomiche – aveva aggiunto il Santo Padre – non possono costituire la base della pacifica convivenza fra i membri della famiglia umana, che deve invece ispirarsi ad un’etica di solidarietà”.

Due anni dopo, durante il viaggio apostolico in Giappone, in occasione del discorso al Memoriale della Pace ad Hiroshima del 24 novembre 2019, ricordava il “crimine” dell’uso dell’energia atomica per fini di guerra “non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi atomiche”. Davanti allo scenario di morte che il nucleare ha lasciato in Giappone e parlando con i sopravvissuti alle terribili esplosioni di Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945, Francesco ripeteva che se realmente vogliamo costruire una società più giusta e sicura, dobbiamo lasciare che le armi cadano dalle nostre mani:”Le nuove generazioni si alzeranno come giudici della nostra disfatta se abbiamo parlato di pace ma non l’abbiamo realizzata con le nostre azioni tra i popoli della terra. Come possiamo parlare di pace mentre costruiamo nuove e formidabili armi di guerra? Come possiamo parlare di pace mentre giustifichiamo determinate azioni illegittime con discorsi di discriminazione e di odio?”.

Una minaccia all’esistenza e alla speranza dell’uomo

Tornando al Giappone con la memoria, anche in occasione del 75° anniversario del bombardamento, il Papa ne aveva parlato nel 2020, il 6 agosto, e poi il 9 gennaio incontrando il Corpo diplomatico, aveva ribadito “l’orrore che noi esseri umani siamo capaci di infliggerci”, esprimendo l’auspicio che la coscienza umana diventi sempre più forte di fronte ad ogni volontà di dominio e di distruzione, specialmente quella provocata da ordigni a così alto potenziale distruttivo, come le armi nucleari. Esse non solo favoriscono un clima di paura, diffidenza e ostilità, ma distruggono la speranza”. Ancora nel gennaio di quest’anno nel discorso agli ambasciatori della Santa Sede Francesco ha aggiunto anche n appello alla comunità internazionale perchè “compia un passo decisivo “nella costruzione di un mondo libero da armi nucleari, “possibile e necessario”: “le armi nucleari – è tornato a dire-  sono strumenti inadeguati e inappropriati a rispondere alle minacce contro la sicurezza nel 21° secolo” e  “il loro possesso è immorale”. “La loro fabbricazione distoglie risorse alle prospettive di uno sviluppo umano integrale e il loro utilizzo, oltre a produrre conseguenze umanitarie e ambientali catastrofiche, minaccia l’esistenza stessa dell’umanità”.

Ultimo aggiornamento  04. 05. ore 11.50 

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