“Umiltà, ascolto e misericordia” sono i tre aspetti relativi al ministero della Riconciliazione su cui Papa Francesco riflette nel suo discorso ai confessori che operano nella basilica di San Pietro. “Ho capito”, la rassicurazione da dare al penitente che si vergogna dei suoi peccati, “non ho capito nulla, ma ho capito; Dio ha capito e quello è importante”
Il confessore, primo penitente
Una foto del Papa con i membri del Collegio dei penitenzieri
Il confessore che perdonava “troppo”
Francesco racconta di un frate cappuccino confessore a Buenos Aires: “io andavo da lui: perdona tutto!”, ricorda il Papa, facendo sorridere i presenti. “Una volta è venuto a dirmi che aveva paura di perdonare troppo. ‘E cosa fai?’ gli ho detto io. ‘Io vado davanti al Signore: Signore mi perdoni? Scusami, ho perdonato troppo! Ma stai attento che sei stato Tu a darmi il cattivo esempio!’”.
Sempre perdonare, tutto e senza domandare tante cose. E se non capisco? Dio capisce, tu vai avanti! Che sentano la misericordia.
Il Papa conclude il suo messaggio ringraziando i penitenzieri per la loro “assiduità e presenza”, notando come egli stesso si confessi da loro. “È morto il mio confessore alcuni mesi fa”, afferma Francesco, invitando i presenti a pregare per lui, ogni volta che andrò da voi perdonarmi, si capisce”.