Francesco invia un videomessaggio ai reclusi del “Centre Penitenciari Quatre Camins”, invitandoli ad avere pazienza nel risolvere i loro problemi, a integrarsi con gioia nella società e a guardare sempre a Gesù che “rischia per salvarci”
Sebastián Sansón Ferrari – Città del Vaticano
“Voglio che sappiate che vi sono vicino, che prego per voi, ma voglio che sappiate che avete Qualcuno che si è messo in gioco per tutti, che ha rischiato per tutti”. Papa Francesco dedica queste parole ai detenuti del Centro Penitenciari Quatre Camins di Barcellona, in un videomessaggio registrato durante un incontro in Vaticano con il cardinale Juan José Omella e pubblicato il 25 marzo dalla rivista Catalunya Cristiana che lo ha rilanciato sui suoi canali social. Il Papa confessa di essersi commosso nel sentir parlare i detenuti e ribadisce la sua “particolare sensibilità” nei confronti delle persone che si trovano in carcere. Infatti, fin dall’inizio del suo pontificato, ha scelto luoghi situati in quelle che chiama “periferie esistenziali” per celebrare la Messa nella Coena Domini del Giovedì Santo, a cominciare dagli istituti penitenziari. Anche quest’anno, il Pontefice si recherà nel carcere femminile di Rebibbia a Roma.
Il crocifisso che mostra Gesù che viene a cercarci
Nel filmato, Francesco mostra ai reclusi una “bella croce” in legno in cui si vede Gesù in ginocchio, con un braccio teso verso il Padre e l’altro che tiene una persona, allungandola per avvicinarla a Dio. Questo crocifisso, dice il Papa, mostra “ciò che il Signore ha fatto per noi” e invita a prestarvi attenzione: “Gesù rischia e va a cercarci e ci porta fuori dal nostro problema, dalla nostra realtà. Gesù è colui che rischia: tenendo la mano del Padre, rischia per salvarci”, sottolinea il Vescovo di Roma. Incoraggia quindi “a non avere paura, ad avere pazienza e ad andare avanti, a non perdere l’orizzonte” e “a risolvere lentamente i problemi di ciascuno e a inserirsi con gioia nella società”. Ha quindi assicurato le sue preghiere e ha chiesto di pregare per lui.
Come riferito da Catalunya Cristiana, il cardinale Omella ha spiegato che i giovani del carcere avevano partecipato al ritiro spirituale Effetà che ha permesso loro di avere un incontro con Gesù e di pregare. Il cardinale si è detto pure colpito dal crocifisso nostrato dal Papa: “Che bella immagine! Cristo, sapendo sopportare il suo dolore, si protende verso i poveri, per portarli al Padre!”