Il Papa ai cattolici dell’Estonia: la guerra fonte di angoscia, costruire società di pace

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Francesco invia una lettera al vescovo di Tallin, Philippe Jourdan, per i cent’anni della creazione dell’Amministrazione Apostolica dell’Estonia: “Questo anniversario commemora la speranza incrollabile e la fiducia in Dio attraverso decenni di sofferenza, occupazione, oppressione”. Il Pontefice ricorda l’arcivescovo gesuita Profittlich, vittima delle persecuzioni sovietiche: la forza d’animo nel rimanere vicino al gregge, fino a versare il sangue, hanno gettato semi che ancora oggi danno frutto

L’arcivescovo servo di Dio Eduard Profittlich

La testimonianza dell’arcivescovo Profittlich

Proprio riflettendo sul secolo passato, il Vescovo di Roma esprime gratitudine “per l’esempio di fede” offerto dai “coraggiosi e resistenti antenati che sono stati determinanti nel nutrire e sostenere la comunità cattolica in Estonia”. In particolare, il Papa cita il servo di Dio Eduard Profittlich, gesuita e arcivescovo cattolico tedesco naturalizzato estone, amministratore apostolico di Estonia e vittima delle persecuzioni sovietiche. La sua testimonianza e la sua “forza d’animo nel rimanere vicino al suo gregge, fino a versare il suo sangue, hanno gettato semi che ancora oggi stanno dando frutti”, sottolinea Francesco nella missiva. “Che la sua testimonianza sia sempre fonte di ispirazione per voi e vi ricordi che anche la più piccola pianta, il più piccolo gesto e la più umile offerta possono crescere ben oltre le loro umili origini per dare un ricco raccolto”.

Zelo per l’evangelizzazione tra i giovani

Papa Francesco si dice poi fiducioso che “questa ammirevole eredità di fede e carità che caratterizza la vostra Diocesi incoraggerà l’attuale generazione di sacerdoti, religiosi e fedeli laici a continuare a crescere nel gioioso discepolato missionario guardando al futuro”. Anzi, l’auspicio del Papa è che il centenario sia “occasione di rinnovamento spirituale nella vostra terra, accendendo un rinnovato senso di zelo per l’evangelizzazione, soprattutto tra i giovani”, così da renderli “più efficacemente in grado di proclamare il messaggio di amore, misericordia e riconciliazione di Dio, portando così la luce di Gesù e il potere liberatorio del Vangelo ai molti uomini e donne di oggi che non credono nemmeno in Dio”.

Tendere la mano ai rifugiati

“Lo Spirito Santo – scrive il Papa a conclusione della lettera – può guidarvi a essere un segno eloquente della continua fiducia nella provvidenza di Dio e a condurre i cristiani estoni, insieme a tutte le persone di buona volontà, a tendere la mano dell’amicizia ai rifugiati e ai più vulnerabili dei nostri fratelli e sorelle”. Da qui, la preghiera perché Dio “continui ad accompagnare voi, clero, religiosi e fedeli laici della Chiesa in Estonia, nell’intraprendere il prossimo capitolo del vostro cammino pieno di fede, speranza e amore”.