Chiesa Cattolica – Italiana

Il Papa ad Assisi, Sorrentino: ”Francesco ci riconsegna i poveri come li vede Gesù”

Federico Piana – Città del Vaticano

“Siamo nella gioia per questo rinnovato incontro con il Papa”. Monsignor Domenico Sorrentino, arcivescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e arcivescovo di Foligno, racconta l’emozione che pervade la Città del Poverello nel giorno in cui il Pontefice, all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli, abbraccerà 500 poveri provenienti da diverse parti d’Europa in occasione della V Giornata Mondiale dei Poveri di domenica 14 novembre. Francesco verrà accolto dall’affetto dei senza fissa dimora, degli indigenti, dei disoccupati e degli immigrati. “La nostra città, e l’intera regione dell’Umbria, accolgono l’invito a mettere i poveri al centro del nostro cuore, della nostra vita ecclesiale e della nostra vita sociale”, afferma l’arcivescovo.

Ascolta l’intervista a monsignor Domenico Sorrentino

Monsignor Sorrentino, la difesa dei poveri è diventata sempre più una questione centrale nella Chiesa?

Sì, perché loro sono nel cuore del Vangelo. Nei poveri dobbiamo vedere Gesù. Per questa visita del Papa, dunque, ci siamo preparati metabolizzando la spiritualità di San Francesco: una spiritualità di chi si fa povero con i poveri. E poi, le Caritas di tutta l’Umbria hanno fatto del loro meglio per dare un segno concreto di questo amore, come il pranzo che faremo con i poveri quando Papa Francesco sarà ripartito. Ma questo resta pur sempre un gesto simbolico. Quello che importa e che l’amore per i più bisognosi si trasformi in un atteggiamento costante. Insomma, la carità deve diventare progetto stabile.

Il Papa, ripercorrendo i gesti di San Francesco, si soffermerà a pregare anche presso la Porziuncola, luogo tra i più importanti della vita del Santo. Che significato avrà questo gesto?

Sarà un momento molto bello. Questo gesto, così profondo, cade in un anniversario importante che qui ad Assisi stiamo già vivendo: 800 anni fa, San Francesco raccolse i suoi 3 mila frati per consegnare loro la cosiddetta Regola non bollata, che stabiliva, in sostanza, una vita improntata al Vangelo di Gesù. E questa regola non valeva solo per i suoi frati ma anche per l’intera Chiesa, per tutta la gente.

Secondo lei, è tempo che questa regola venga riscoperta?

Certamente. È tempo che, come Chiesa, si torni al Vangelo di Gesù. Quello che il Papa farà questa mattina sta dentro questa logica: ci riconsegnerà il Vangelo e ci riconsegnerà i poveri come sono visti dallo sguardo di Gesù. E, quando accoglieremo il Pontefice, saremo pronti a dire: noi ci siamo.

Nei secoli, Assisi è diventata il simbolo della pace e della difesa dei poveri. Lei pensa che su queste tematiche sia ancora in prima linea?

Sì, simbolicamente e dal punto di vista programmatico Assisi sente questa vocazione, la sente sempre di più.

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