Adriana Masotti – Città del Vaticano
Un incontro, quello di oggi, a lungo atteso dal Papa. Sono passati infatti tre anni da quando aveva indirizzato ai giovani economisti e imprenditori una lettera per invitarli a partecipare al progetto Economy of Francesco. Era il primo maggio 2019. Ora in molti, di tutti i continenti, si sono messi insieme con lo stesso obiettivo dando vita ad una comunità che rende possibili “cose grandi”, afferma il Papa, “persino sperare di cambiare un sistema enorme e complesso come l’economia mondiale”. Un’economia che, dice, oggi è stata sostituita dalla finanza. E’ forte la convinzione di Francesco che dice: “Voi giovani, con l’aiuto di Dio, lo sapete fare, lo potete fare; i giovani l’hanno fatto altre volte nel corso della storia”.
Un’economia amica delle terra e della pace
Riconosce il Papa che le nuove generazioni vivono oggi tempi difficili tra crisi ambientale, pandemia, guerre, noi adulti, dice, “non abbiamo saputo custodire il pianeta e non stiamo custodendo la pace”.
Voi siete chiamati a diventare artigiani e costruttori della casa comune, una casa comune che “sta andando in rovina”. Lo diciamo ed è così. Una nuova economia, ispirata a Francesco d’Assisi, oggi può e deve essere un’economia amica della terra e un’economia di pace.
La profezia e i giovani
Un’economia così non può che portare in sé il valore della profezia e il Papa osserva che tutta “la vita di Francesco d’Assisi, dopo la sua conversione, è stata una profezia” e che nella Bibbia “la profezia ha molto a che fare con i giovani”: Samuele, Geremia ed Ezechiele, Daniele. I giovani nelle Scritture “sono portatori di uno spirito di scienza e di intelligenza”.
In effetti, quando alla comunità civile e alle imprese mancano le capacità dei giovani è tutta la società che appassisce, si spegne la vita di tutti. Manca creatività, manca ottimismo, manca entusiasmo, manca coraggio per rischiare. Una società e un’economia senza giovani sono tristi, pessimiste, ciniche. (…) Ma grazie a Dio voi ci siete: non solo ci sarete domani, ma ci siete oggi; voi non siete soltanto il “non ancora”, siete anche il “già”, siete il presente.
Abbiamo saccheggiato la terra, è urgente cambiare rotta
Papa Francesco si aspetta che i giovani siano capaci di uscire dal paradigma economico del ‘900 guidati da “una visione nuova dell’ambiente e della terra”. La situazione attuale, osserva, lo richiede con urgenza. Ricorda che in questo ultimo anno Economy of Francesco ha riflettuto sul tema dell’economia delle piante. “Le piante sanno cooperare con tutto l’ambiente circostante – fa notare -, e anche quando competono, in realtà stanno cooperando per il bene dell’ecosistema”.
La Bibbia è piena di alberi e di piante, dall’albero della vita al granello di senape. E San Francesco ci aiuta con la sua fraternità cosmica con tutte le creature viventi. Noi uomini, in questi ultimi due secoli, siamo cresciuti a scapito della terra. E’ stata lei a pagare il conto. L’abbiamo spesso saccheggiata per aumentare il nostro benessere, e neanche il benessere di tutti. È questo il tempo di un nuovo coraggio nell’abbandono delle fonti fossili d’energia, di accelerare lo sviluppo di fonti a impatto zero o positivo.
Anche la diseguaglianza inquina il mondo
“Occorre un cambiamento rapido e deciso. Questo lo dico sul serio: conto su di voi!”, afferma Francesco avvertendo che a volte ci vuole anche dell’eroicità come è stato, dice, nel caso di un giovane che ha rinunciato al lavoro trovato perchè era in una fabbrica di produzione di armi. Il Papa ricorda poi che la sostenibilità ambientale è intrecciata a quella sociale, relazionale e spirituale. E ripete ciò che ha scritto nella Laudato si’ e cioè “che il grido dei poveri e il grido della terra sono lo stesso grido” e prosegue:
Non tutte le soluzioni ambientali hanno gli stessi effetti sui più poveri, e quindi vanno preferite quelle che riducono la miseria e le diseguaglianze. Mentre cerchiamo di salvare il pianeta, non possiamo trascurare l’uomo e la donna che soffrono. L’inquinamento che uccide non è solo quello dell’anidride carbonica, anche la diseguaglianza inquina mortalmente il nostro pianeta.
C’è una carestia di felicità
Essenziale poi il tema delle relazioni interpersonali che soprattutto in Occidente “si stanno impoverendo” con comunità e famiglie sempre più frammentate. “Le solitudini sono un grande affare nel nostro tempo“, denuncia il Papa, avvertendo come il consumismo tenti di riempirle con le sue merci, così come cerca di cancellare la dimensione spirituale insita nell’essere umano. Eppure senza il patrimonio spirituale accumulato “nei secoli dalle religioni, dalle tradizioni sapienziali, dalla pietà popolare”, le persone, soprattutto i giovani , soffrono una mancanza di senso:
Spesso di fronte al dolore e alle incertezze della vita si ritrovano con un’anima impoverita di risorse spirituali per elaborare sofferenze, frustrazioni, delusioni e lutti. La fragilità di molti giovani deriva dalla carenza di questo prezioso capitale spirituale: un capitale invisibile ma più reale dei capitali finanziari o tecnologici.
I poveri protagonisti del cambiamento
Papa Francesco ritorna alla fonte ispiratrice di Economy of Francesco, la scelta fatta dal Santo di Assisi dei poveri e della povertà. E’ a partire dai poveri che occorre guardare l’economia e il mondo, afferma. Ma non è ancora sufficiente “lavorare per o con i poveri”, quello che conta è riuscire “ad aprire cammini nuovi perché gli stessi poveri possano diventare i protagonisti del cambiamento”. San Francesco, fa notare il Papa, amava i poveri e non disprezzava la loro povertà:
Il nostro capitalismo, invece, vuole aiutare i poveri ma non li stima, non capisce la beatitudine paradossale: “beati i poveri”. Noi non dobbiamo amare la miseria, anzi dobbiamo combatterla, anzitutto creando lavoro, lavoro degno. Ma il Vangelo ci dice che senza stimare i poveri non si combatte nessuna miseria. Ed è invece da qui che dobbiamo partire, anche voi imprenditori ed economisti: abitando questi paradossi evangelici di Francesco.
Le tre indicazioni di Papa Francesco
Tre le indicazioni di percorso che il Papa vuol lasciare ai ragazzi e alle ragazze che ha di fronte. La prima è “guardare il mondo con gli occhi dei più poveri”, assumere “la prospettiva delle vittime e degli scartati.” Francesco dice ancora:
Ma per avere gli occhi dei poveri e delle vittime bisogna conoscerli, bisogna essere loro amici. E, credetemi, se diventate amici dei poveri, se condividete la loro vita, condividerete anche qualcosa del Regno di Dio, perché Gesù ha detto che di essi è il Regno dei cieli, e per questo sono beati. E lo ripeto: che le vostre scelte quotidiane non producano scarti.
Gli ideali devono diventare “carne”
La seconda indicazione è di non dimenticare “di creare lavoro, buon lavoro”, e di non dimenticare i lavoratori. La terza è: incarnazione. Gli ideali, i desideri e i valori devono tradursi in opere concrete, insieme al cuore e alla testa è necessario usare anche le mani.
Le idee sono necessarie, ci attraggono molto soprattutto da giovani, ma possono trasformarsi in trappole se non diventano “carne”, cioè concretezza, impegno quotidiano. Le idee sole si ammalano. (…) La Chiesa ha sempre respinto la tentazione gnostica, che pensa di cambiare il mondo solo con una diversa conoscenza, senza la fatica della carne.
La preghiera del Papa: benedicili nelle loro imprese
Il Papa conclude il suo discorso ai ragazzi e alle ragazze economisti, imprenditori e imprenditrici che si sono dati appuntamento oggi ad Assisi, recitando una preghiera per invocare la benedizione del Signore su di loro e sui loro progetti. Queste le parole di Francesco:
Padre, Ti chiediamo perdono per aver ferito gravemente la terra, per non aver rispettato le culture indigene, per non avere stimato e amato i più poveri, per aver creato ricchezza senza comunione. Dio vivente, che con il tuo Spirito hai ispirato il cuore, le braccia e la mente di questi giovani e li hai fatti partire verso una terra promessa, guarda con benevolenza la loro generosità, il loro amore, la loro voglia di spendere la vita per un ideale grande. Benedicili nelle loro imprese, nei loro studi, nei loro sogni; accompagnali nelle difficoltà e nelle sofferenze, aiutali a trasformarle in virtù e in saggezza. Sostieni i loro desideri di bene e di vita, sorreggili nelle loro delusioni di fronte ai cattivi esempi, fa’ che non si scoraggino e continuino nel cammino. Tu, il cui Figlio unigenito si fece carpentiere, dona loro la gioia di trasformare il mondo con l’amore, con l’ingegno e con le mani. Amen.