Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
È un “no” senza condizioni contro la pena di morte quello che Francesco – il Papa che ha modificato il Catechismo per dichiarare tale pratica “sempre inammissibile” – torna a ribadire nel video con le intenzioni di preghiera per il mese di settembre.
Chiedo a tutte le persone di buona volontà di mobilitarsi per ottenere l’abolizione della pena di morte in tutto il mondo. Preghiamo perché la pena di morte, che attenta all’inviolabilità e alla dignità della persona, sia abolita nelle legislazioni di tutti i Paesi del mondo.
Inammissibile alla luce del Vangelo
Francesco chiama i cristiani ad una mobilitazione spirituale collettiva, per far sì che in tutti i Paesi del mondo sia sradicata questa sanzione penale che – come dice nel filmato, in spagnolo – “non offre giustizia alle vittime, ma alimenta la vendetta”. Secondo dati delle Nazioni Unite, circa 170 Stati hanno abolito la pena capitale e hanno imposto una moratoria al suo utilizzo nella legislazione o nella pratica. Molti hanno sospeso le esecuzioni per più di dieci anni. Tuttavia sono 55 i Paesi dei vari continenti dove ancora vengono giustiziati prigionieri e colpevoli di reati. Per il Papa questo è “inammissibile” alla luce del Vangelo, perché “il comandamento ‘non uccidere’ si riferisce sia all’innocente che al colpevole”.
In ogni condanna deve esserci sempre una finestra di speranza. La pena capitale non offre giustizia alle vittime, ma alimenta la vendetta. Ed evita qualsiasi possibilità di rimediare a un eventuale errore giudiziario. Dall’altro lato, moralmente, la pena di morte è inadeguata: distrugge il dono più importante che abbiamo ricevuto, la vita. Non dimentichiamo che, fino all’ultimo momento, una persona può convertirsi e può cambiare.
Immagini drammatiche
Le parole del Pontefice nel filmato, rivolte non solo ai credenti ma a tutte le persone di buona volontà, sono accompagnate da immagini toccanti: gli occhi di uomini e donne dietro le sbarre, persone sole in una cella o intente a pregare, fotogrammi di manifestazioni in giro nel mondo con cartelli come “Don’t kill for me” e “Execute justice not people”. Nei circa 2 minuti del video, tradotto in 23 lingue e con una copertura stampa in 114 Paesi, si vedono pure gli strumenti attraverso i quali avvengono le esecuzioni: cappi per l’impiccagione, siringhe con iniezioni letali, sedie elettriche, muro con i fori di proiettile delle fucilazioni, camere a gas.
Un segno di speranza
Per il Papa, tuttavia, c’è “un segno di speranza”: “Ogni giorno cresce in tutto il mondo il NO alla pena di morte”. “Da un punto di vista giuridico, non è necessaria”.
La società può reprimere efficacemente il crimine senza privare definitivamente chi lo ha commesso della possibilità di redimersi.
I pronunciamenti dei Papi
Negli ultimi decenni, i Pontefici – da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI – si erano già pronunciati chiaramente contro l’uso della pena capitale da parte dei governi. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, promulgato nel 1992, era già stato corretto nel paragrafo sulla pena di morte dopo le affermazioni di Giovanni Paolo II nella enciclica Evangelium vitae nel 1995. Il testo emendato considerava “praticamente inesistenti” i casi di assoluta necessità della pena capitale.
Nel 2018, come detto, Papa Francesco ha compiuto un ulteriore passo, approvando con un Rescritto la nuova redazione del n. 2267 del Catechismo relativo alla pena capitale, condannandola fermamente ed esprimendo l’impegno della Chiesa per la sua abolizione totale.
Sostenere associazioni e organismi contro la pena capitale
Impegno ribadito pure nella enciclica Fratelli tutti. Lo ricorda padre Frédéric Fornos S.J., direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, spiegando che tale determinazione del Papa e della Chiesa è data dal fatto che “fino all’ultimo momento una persona può convertirsi, riconoscere i suoi crimini e cambiare”. Invece “la pena capitale è come mettersi al posto di Dio”. “Con la condanna, si determina che una persona non potrà più cambiare, cosa che non sappiamo”, sottolinea il gesuita, esortando a pregare secondo le intenzioni del Pontefice e anche “mobilitarci per sostenere concretamente le associazioni e gli organismi che lottano per l’abolizione della pena di morte”. Tra loro, in prima linea, c’è da anni la Comunità di Sant’Egidio.