Il Papa a Venezia, Moraglia: sarà una visita tra carità e cultura

Vatican News

Il Patriarca della città lagunare esprime gratitudine a Francesco per la visita che farà il 28 aprile: è un evento significativo “che deve rilanciare il nostro cammino di fede e la nostra testimonianza cristiana nelle nostre terre e nella nostra città”

Alvise Sperandio – Venezia 

La notizia che Papa Francesco sarà a Venezia il 28 aprile – 13 anni dopo Benedetto XVI che visitò la città l’8 maggio  2011 – ha suscitato un sentimento di gioia e di gratitudine nel patriarca Francesco Moraglia. Proprio nei giorni scorsi il presule aveva guidato la delegazione dei vescovi del Nordest nella Visita ad limina in Vaticano. “Quella di Papa Francesco sarà una visita con un filo conduttore: la carità e la cultura”, spiega monsignor Moraglia, che è membro del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. “Il Pontefice sarà al padiglione della 60.ma edizione della Mostra internazionale d’arte. Visitare i carcerati è la seconda opera di misericordia corporale. Poi pensiamo di costruire un evento in cui i giovani siano protagonisti. Quindi verrà celebrata l’Eucarestia, momento culminante di tutta la visita. Prepariamoci bene spiritualmente, personalmente, come comunità. È un evento di grazia, significativo, che deve rilanciare il nostro cammino di fede e la nostra testimonianza cristiana nelle nostre terre e nella nostra città”.

Il sindaco di Venezia Brugnaro: “Sarà una giornata storica per la città”

Soddisfazione giunge anche dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: “Sarà una giornata storica per la nostra città e per la nostra regione. Attendiamo con grande trepidazione l’arrivo del Santo Padre, ringraziandolo sin da ora per offrire a Venezia il dono della Sua preghiera e della Sua parola, per rinnovare la nostra fede nella Chiesa. La Sua visita, preziosa e lungimirante, rafforzerà i valori di pace, libertà, democrazia e diplomazia della nostra città e della nostra comunità, vocata storicamente all’accoglienza e al dialogo tra popoli di cultura, lingua e religioni differenti. Aspettiamo il Papa a braccia aperte, grazie di cuore a nome di tutti”.

Il governatore Zaia: “Venezia città simbolo della nostra storia di comunità”

“Saremo lieti di accogliere Papa Francesco tra noi con un caloroso e commosso benvenuto – dichiara il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia -. Con emozione, per questa sua nuova visita nella nostra regione, lo attendiamo a Venezia, la città simbolo che riassume tutta la nostra storia di comunità con profonde radici cristiane e, da sempre, connotata da una grande apertura verso tutto il Mondo. Ringrazio il patriarca Moraglia per l’impegno profuso affinché si concretizzasse. L’arrivo del Papa è un’occasione per riconfermare ancora una volta quel legame che da San Marco passa attraverso le figure di San Pio X, di San Giovanni XXIII e del Beato Giovanni Paolo I ma anche, con la visita alla Biennale, per offrire al Pontefice un vero spaccato di quel Veneto per cui l’identità non è mai chiusura in sé stessi, ma ricerca di costante dialogo tra culture e forme artistiche differenti”.

Padre Spadaro: “Il padiglione della Biennale su temi cari al Papa”

In una nota padre Antonio Spadaro, sottosegretario al Dicastero per la Cultura e l’Educazione parla di “evento splendido” sottolineando che il tema della Biennale, “Stranieri Ovunque” – e quello in particolare del padiglione della Santa Sede, “Con i miei occhi” – sono “temi cari a Papa Francesco. Lo spazio della Santa Sede prende le mosse proprio dalle parole del Papa quando esorta a uscire e guardare”. Un tema legato “ai diritti umani, all’attenzione per gli ultimi e a quei mondi marginalizzati dove i nostri occhi arrivano raramente. Si raccontano, dunque, storie legate a quella fame di vita e fame di amore che l’arte sa esprimere molto bene perché l’arte è specchio dell’anima. Significativo è anche il fatto che il padiglione della Santa Sede è presso la Giudecca, è dunque la comunità carceraria che lo ospita e sappiamo quanto il Papa sia vicino ai detenuti”, spiega padre Spadaro. “Il Papa incontrerà dunque le detenute anche perché sono loro che fanno da guida al Padiglione”, conclude il sottosegretario al Dicastero vaticano per la Cultura.