Chiesa Cattolica – Italiana

Il Papa a Rebibbia femminile. Suor Maria Pia: sarà accolto con grande gioia

La religiosa delle Suore francescane dei poveri, da anni volontaria nella struttura, racconta dell’atmosfera di attesa in vista di domani pomeriggio quando Francesco celebrerà la Messa in Coena Domini nella Casa circondariale romana: le donne in carcere provano un senso di colpa ancora schiacciante “per la sofferenza che hanno a una mamma anziana o, peggio, a un figlio piccolo che non possono veder crescere”

Roberta Barbi – Città del Vaticano  

Non stanno più nella pelle dalla felicità le ospiti di Rebibbia che Papa Francesco andrà a trovare domani pomeriggio, Giovedì Santo, per celebrare la Messa in Coena Domini e il rito della Lavanda dei piedi. “Da giorni sono incredule, appena ci vedono ci chiedono se è vero e quando se ne rendono conto sono contente, dicono il Papa vuole davvero bene alle persone che soffrono”, racconta a Radio Vaticana – Vatican Newds suor Maria Pia Iammarino, della Congregazione delle Suore Francescane dei Poveri, che da anni si occupa di pastorale carceraria ed è volontaria nella struttura. Poi, prosegue la religiosa, “alcune si rabbuiano perché pensano che non toccherà a loro partecipare alla Messa, ma c’è da dire che la direttrice si sta adoperando molto affinché possa essere presente la maggior parte delle detenute”.

Ascolta l’intervista con suor Maria Pia Iammarino:

https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2024/03/18/10/137803240_F137803240.mp3

Il messaggio di Francesco: mai perdere la speranza

Quando visita un istituto di pena, il Papa spesso raccomanda ai detenuti di non perdere mai la speranza, di guardare sempre a Gesù che non delude mai e mai si stanca di amarci, di perdonarci e di abbracciarci. “Tutto questo ai detenuti si comunica con i gesti – spiega suor Maria Pia – a loro non devo dire che Dio li ama, ma essere testimonianza dell’amore che Dio prova per loro, avere uno sguardo di benevolenza e di accettazione senza giudizio”. Poi, quando si è guadagnata la fiducia dei ristretti, si può agire anche con le parole: “Spesso loro ci precedono – racconta ancora la religiosa – spesso riferiscono di sentire di essere amate da Dio nella loro vita in cella. Sono esperienze di evangelizzazione molto forti anche per noi che le veniamo a trovare”.

Sorella tra sorelle

Suor Maria Pia è una religiosa, una volontaria, ma prima ancora una donna che sta con altre donne che vivono un doppio dramma nella loro condizione di detenzione: “Sono stata in sezioni maschili e femminili, c’è sempre una grande sofferenza, ma per le donne – riconosce – è più dura. Provano un grande senso di colpa per il reato commesso e un senso di colpa ancora più schiacciante per la sofferenza che hanno provocato fuori, a una mamma anziana o, peggio, a un figlio piccolo che non possono veder crescere, che non possono accompagnare ogni giorno a scuola, accanto al quale non possono stare nei momenti di dolore o di malattia”. Suor Maria Pia si mette in ascolto di questo dolore, proprio come una sorella: “Mi pongo nei loro confronti con semplicità, sono una donna accanto ad altre donne e con loro condivido; ricordo ancora la prima volta che sono entrata a Rebibbia e una detenuta mi ha detto che ero stata brava ad andare perché non avevo avuto paura di loro”.

“Misericordiati e misericordiosi”

Della celebrazione con Papa Francesco, suor Maria Pia si augura che le ospiti di Rebibbia portino sempre con sé la gioia del Santo Padre e la sua fede assoluta nella misericordia di Dio: “Come dice lui, siamo ‘misericordiosi perché misericordiati’, cioè possiamo donare misericordia perché noi per primi l’abbiamo ricevuta. Mi auguro  – conclude la religiosa volontaria – che questa pienezza possano viverla nei rapporti tra di loro e con i familiari che hanno all’esterno. E non dimentichiamo la speranza senza la quale non c’è possibilità di costruire il futuro”.

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