Il Papa a Famiglia Cristiana: la comunicazione è esercizio che evita l’autoreferenzialità

Vatican News

Antonella Palermo – Città del Vaticano

“Come una brava nonna, che ne ha viste tante e ha acquistato saggezza”: è così che esordisce Papa Francesco nel suo discorso rivolto alla grande famiglia della rivista cattolica più diffusa in Italia che ha raggiunto il traguardo dei 90 anni di vita. Ne ricorda la genesi, nello spirito apostolico del Beato Don Giacomo Alberione, raccomandando di perseverare nell’ascolto della gente e dei lettori.

Le due strade della fraternità e dell’ecologia integrale

Il Papa sottolinea che sono proprio le lettrici e i lettori “il vero patrimonio” di una rivista come Famiglia Cristiana. Ricorda che la peculiarità, fin dalle origini, messa in atto dalla direzione, dalla redazione e dai giornalisti è stata quella di alimentare il contatto con la gente. E’ questo “un rapporto che va rinnovato anche nella trasformazione digitale che stiamo attraversando”, precisa Francesco. E cita Don Alberione: «Introdurre il cinema nelle parrocchie e fare abbonamenti ai periodici cattolici. Il giornale cattolico è come una visita di Dio nelle case (Prediche alle Pastorelle, libro VII, 1981, 318).

Questa è sempre stata la linea editoriale principale dei Paolini: essere attenti alle relazioni come chiave della pratica comunicativa, e alle “reti” come luoghi di creazione collaborativa di significati e contenuti; protesi a cercare nuove forme di presenza e di azione, legate non tanto ai mezzi ma piuttosto alla cultura e alla nuova grammatica della comunicazione; e a servizio di tutto il popolo di Dio, specialmente agli uomini e alle donne che abitano le odierne periferie. Questa linea è sempre valida, e naturalmente va aggiornata secondo i grandi orientamenti dell’evangelizzazione; oggi si aprono davanti a noi specialmente due strade: la strada della fraternità e la strada dell’ecologia integrale. Dobbiamo percorre queste strade ma il metodo rimane quello: il dialogo e l’ascolto, che permettono di coltivare le relazioni.

La relazione con l’altro non è riducibile a una connessione

Il dialogo – aggiunge il Papa – non è riducibile a uno scambio di dati o di informazioni, e la relazione con l’altro non è limitabile a una connessione. Aggiunge con una battuta: “Qualcuno mi diceva che l’elenco telefonico è quello che ha più dati e ha più personaggi ma senza comunicazione, curioso!”. E poi arriva al nocciolo della questione – in più di una circostanza ribadita – ovvero che “la comunicazione è un esercizio più profondo, che fa uscire dalla propria autoreferenzialità”.

Superare l’autoreferenzialità per guardare verso un orizzonte più ampio è indispensabile in questo momento di cambiamento d’epoca. Per conoscere gli interlocutori della sua missione e avvicinarsi ad essi, il comunicatore deve fare un cammino “in uscita”, cambiando, se necessario, atteggiamenti e mentalità. Questa è la via che ci ha mostrato il Concilio Vaticano II, e poi San Paolo VI, San Giovanni Paolo II; ma prima ancora questo è l’esempio dell’apostolo Paolo, che comunicando il Vangelo creava relazioni e faceva comunità.

Don Alberione: il coinvolgimento di giornalisti ed esperti

Il fondatore della Famiglia dei Paolini immaginava una rivista che portasse nelle famiglie una visione cristiana della realtà, dell’attualità, dei grandi temi del mondo e della Chiesa. Il Papa lo ricorda così come sottolinea lo spirito di squadra che ha sempre animato l’impegno dei sacerdoti e quello della direzione e della redazione, insieme. Nel corso della lunga storia della rivista, i religiosi fratelli si sono occupati soprattutto della fase tecnica della stampa, le suore nella diffusione nelle case, la sensibilizzare nelle parrocchie è stata affidata a un lavoro più corale. “Ma la collaborazione si allarga subito a giornalisti ed esperti in tutti i campi”, dice il Papa e ancora cita Alberione:

Don Alberione diceva già nel 1915 ai giovani preti: «Seminare buone idee perché fruttino buone opere: ecco il lavoro che importa. Idee religiose, idee sociali, idee d’economia, idee di virtù, idee d’igiene, eccetera […]. Allorché si conosce che un’idea può far bene, che un fatto può rendere interessante un giornale, sarà utile comunicarli: è un talento che Dio dà: facciamolo fruttificare» (Appunti di Teologia Pastorale, n. 340).

Andare sempre alle radici del Vangelo per crescere 

Papa Francesco coglie l’occasione per ricordare il tema del prossimo Capitolo Generale dei sacerdoti e dei fratelli discepoli della Società San Paolo: «Lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare» (Rm 12,2). Chiamati ad essere artigiani di comunione per annunciare profeticamente la gioia del Vangelo nella cultura della comunicazione. Comincerà proprio nella Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, giornata voluta da San Paolo VI, del quale ricorre la memoria liturgica nello stesso giorno, il 29 maggio. Il Pontefice invita a pregare insieme per questo momento importante della Congregazione:

Preghiamo perché “Famiglia Cristiana” e gli altri vostri periodici, i libri, le attività televisive, multimediali e formative in Italia e nel mondo siano sempre rinnovate secondo il Vangelo con lo zelo dell’apostolo Paolo. 

Poi, a braccio, Francesco aggiunge una ulteriore raccomandazione:

Sempre andare al Vangelo, sempre andare alle radici. E da lì prendere forza per la novità, le radici ti danno il succo per crescere, il Vangelo ti darà la missione e ti darà il messaggio che ti costituisce. Ma state attenti di un pericolo di oggi, purtroppo si confonde andare in profondità con andare indietro e una cultura che invece di andare in profondità per annunciare va indietro finisce per muoversi per conservarsi, per non crescere, per non avere il carisma di una comunicazione. State attenti voi nelle vostre riviste, sempre far vedere le radici ma per crescere.

Evitare i “piccoli gruppetti di autoconservazione”

Il Papa continua a descrivere questo meccanismo e spinge ad agire, guardando avanti, con i piedi piantati nel Vangelo.

E stare attenti a guardare quando c’è qualche movimento indietro per denunciarlo e dire questo non è cristiano. L’autore della Lettera agli Ebrei diceva: “Noi non siamo persone che vanno indietro” (cfr 10,39). Andiamo avanti con la forza del Vangelo, con la forza comunicativa che crea comunità; non andare indietro per creare piccoli gruppetti di autoconservazione, che finiranno per trasformare la nostra anima in un pezzo di museo, state attenti in questo.

Ancora una citazione del fondatore della Famiglia paolina:

E concludiamo con una parola di Don Alberione che sintetizza il suo percorso carismatico: «Nessuna più grande ricchezza si può dare a questo mondo povero e orgoglioso che Gesù Cristo – è la ricchezza più grande. Maria diede al mondo la grazia in Gesù Cristo; continua a offrirlo nei secoli. […] Il mondo ha bisogno di Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. Maria lo dà per mezzo degli apostoli e degli apostolati, che Ella suscita, forma, assiste e incorona di frutti e di gloria in cielo». (Abundantes divitiae gratiae suae, 1953, p. 108).

Il direttore: il legame con il pubblico, oltre la logica del business

“Il legame fortissimo e autenticamente familiare con il pubblico è sempre andato ben oltre la logica del business editoriale”, spiega il direttore di Famiglia Cristiana, don Stefano Stimamiglio, ricordando un aspetto che dice di essere già stato sottolineato dallo stesso Francesco nella lettera di auguri ricevuta a dicembre scorso. Qui il Papa aveva ringraziato l’impegno della rivista che, “in un tempo, nel quale a volte le persone si abituano alla asprezza come metro di confronto”, si pone come presenza amica, “un giornale di popolo e per il popolo, attento a dare la parola ai più deboli ed emarginati”. Secondo quanto riferisce il condirettore Luciano Regolo, il Papa continuava nella lettera invitando il settimanale “a servire con gentilezza la verità mediante il buon giornalismo che non dà spazio al chiacchiericcio mediatico e a non aderire ad altro schieramento se non a quello del Vangelo, ascoltando tutte le voci e incarnando quella docile mitezza che fa bene al cuore”.

“La parrocchia di carta”

Nella Sala Nervi, l’attesa del Papa è stata animata dalla presentazione di un video che ripercorre la lunga storia della testata, riassunta anche in un libro offerto per questa occasione a tutti i partecipanti. Anche don Antonio Rizzolo, amministratore delegato del Gruppo San Paolo, che ha diretto Famiglia Cristiana dal 2016 fino allo scorso marzo, ha raccontato il rapporto tra la testata e i suoi lettori, quella che ha definito la “parrocchia di carta”. C’è stato anche spazio per i brani del coro Fideles et Amati di cui il compositore Michele Bronzetti ha illustrato il percorso che ha portato alla realizzazione di due musical a tema sacro: quello su Santa Bernadette e quello su Charles de Foucauld, presentato di recente in occasione della sua canonizzazione. L’attrice Daniela Poggi ha interpretato il Manifesto del giornale cattolico composto da don Giuseppe Zilli, nonché la poesia di Alda Merini, La Madre, dedicata alla Madonna.

Nel pomeriggio, per tutti i partecipanti, la Messa celebrata da don Vito Fracchiolla, vicario generale della Società San Paolo, alle 16, presso la Basilica Regina Apostolorum alla Montagnola, edificata nel 1954 per un voto del beato Alberione alla Madonna alla quale, durante la seconda guerra mondiale, aveva chiesto che nessuno dei componenti della Famiglia Paolina, sparsi nel mondo cadesse ucciso. Supplica che fu in effetti esaudita.