Secondo appuntamento con i membri della Compagnia di Gesù, durante il viaggio apostolico nel Sud-Est asiatico e in Oceania. A conclusione della mattinata di oggi, Francesco ha ricevuto in Nunziatura 41 gesuiti di diverse regioni asiatiche: con loro un colloquio di 45 minuti su diversi temi. Presente padre João Felgueiras, religioso portoghese a Timor-Leste dai tempi dell’occupazione indonesiana, che il Papa ha abbracciato e ringraziato per il suo servizio
Salvatore Cernuzio – Inviato a Dili
Il primo gesto di Francesco appena entrato nel salone della Nunziatura di Dili, a Timor-Leste, dove questa mattina lo attendevano 41 gesuiti, subito dopo l’incontro col clero nella Cattedrale dell’Assunzione, è stato abbracciare padre João Felgueiras, confratello di 103 anni, uno dei tre più anziani nella Compagnia di Gesù di tutto il mondo.
La testimonianza di padre João
A questo religioso portoghese che vive a Timor-Leste dai tempi dell’occupazione indonesiana e che non ha mai lasciato il Paese e la sua gente, neanche nei momenti più difficili, il Papa ha voluto rendere pubblicamente omaggio. Era stato avvertito della sua presenza, quindi, appena entrato, si è diretto immediatamente da lui: “Lo ha ringraziato e lo ha abbracciato. Padre João era molto commosso”, racconta ai media vaticani padre Nuno da Silva Gonçalves, direttore de La Civiltà Cattolica e membro del seguito papale nel viaggio ancora in corso nel Sud-Est asiatico e in Oceania.
Secondo incontro con i confratelli
Quello di oggi, 10 settembre, è stato il secondo incontro di Papa Francesco con i gesuiti, dopo il colloquio di circa un’ora dello scorso 4 settembre a Jakarta con 200 confratelli. Un altro lo attende giovedì 12 settembre, presso il Centro per ritiri “San Francesco Saverio” di Singapore. Questa mattina nella Nunziatura della capitale timorese erano presenti 41 membri della Compagnia di Gesù, provenienti anche da altre regioni ma residenti e attivi a Timor-Leste. Tra questi, 8 novizi.
Gruppo internazionale
“Come sempre in questi incontri – racconta padre Gonçalves – si è respirata un’aria di famiglia”. Davanti al Papa c’era “un gruppo molto internazionale” con gesuiti provenienti da Vietnam, Malesia, Filippine. Quindi “un gruppo diversificato impegnato in lavori differenti, ad esempio l’educazione dei giovani o in un istituto di formazione per insegnanti. Un lavoro che considerano importante alla pari del lavoro di esercizi spirituali nelle parrocchie”.
Quasi un’ora di colloquio
Circa 45 minuti la durata del colloquio, come sempre scandito da domande, risposte, confidenze, battute. Tra i temi affrontati, “sempre collegati alla vita della Compagnia di Gesù”, sottolinea il direttore de La Civiltà Cattolica, c’erano “come il Papa vede il lavoro dei gesuiti in ogni luogo e in ogni Paese, temi comuni quali l’impegno nella giustizia sociale, la Dottrina sociale della Chiesa e la sua importanza”.
L’importanza dell’inculturazione
In particolare, spiega padre Nuno, come in altri interventi qui a Timor-Leste, Papa Francesco “parlando del Vangelo e della cultura, ha sottolineato il valore della inculturazione. Cioè del Vangelo che si deve inculturare e della cultura che va evangelizzata”. Una tematica, questa, ricorrente nella tappa timorese, al centro anche del motto scelto Que a vossa fé seja a vossa cultura. Che la vostra fede sia la vostra cultura.