Il Papa a Bartolomeo: lavorare insieme non solo è possibile, è un imperativo

Vatican News

Gabriella Ceraso – Città del Vaticano 

La “piena unità cui aneliamo è un dono”: che il Signore ci aiuti ad “abbracciare questo dono attraverso la preghiera, la conversione interiore, l’apertura a cercare e a offrire perdono”. Sono le parole con cui Papa Francesco suggella il Messaggio indirizzato all’ “amato Fratello in Cristo”, il Patriarca Bartolomeo I nel giorno della memoria liturgica di Sant’Andrea Apostolo, Patrono del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. Il Messaggio autografo è stato consegnato al Patriarca – e prima ancora letto dal cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani – al termine, questa mattina, della solenne Divina Liturgia presieduta da Bartolomeo I nella Chiesa patriarcale di San Giorgio al Fanar. Il porporato – come comunicato dalla Sala Stampa vaticana – accompagnato dal vescovo Brian Farrell, segretario del Dicastero, e dal sottosegretario monsignor Andrea Palmieri, ha guidato la delegazione della Santa Sede presente alla solenne Divina Liturgia “per trasmettere gli auguri di gioia e di pace del Papa”, nel quadro del tradizionale scambio di visite per le rispettive feste dei santi Patroni, il 29 giugno a Roma per la celebrazione dei Santi Pietro e Paolo e il 30 novembre al Fanar per la celebrazione di Sant’Andrea.

Un legame di amicizia, fede e carità

Il Messaggio e la presenza stessa della delegazione vaticana in occasione della festa odierna sono segni certi della “vicinanza spirituale” di Francesco al Patriarca e alla Chiesa che gli è stata affidata. “Lo faccio –  scrive  il Papa – non solo in considerazione della nostra stessa fraterna amicizia, ma anche dell’antico e profondo legame di fede e di carità tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli”. In questa occasione Francesco ricorda la recente visita a Roma del Patriarca e la gioia con cui non solo hanno condiviso le “preoccupazioni sul presente e il futuro del mondo” ma hanno anche espresso l'”impegno comune” su temi cruciali come la “cura del creato, l’educazione delle generazioni future, il dialogo tra le diverse tradizioni religiose e la ricerca della pace”. 

Gli impegni comuni rafforzano l’unità e nascono dalla fede

Questo è il modo – spiega il Papa – per rafforzare, come Pastori e come Chiese, il “profondo legame che già ci unisce”, in quanto l’impegno e la “comune responsabilità” affondano le loro radici proprio nella “nostra fede condivisa in Dio Onnipotente, Creatore del cielo e della terra, nell’unico Signore Gesù Cristo, suo Figlio”, e “nello Spirito Santo, Signore e datore di vita, che armonizza le differenze senza eliminarle”. 

Nonostante le questioni aperte, l’imperativo del dialogo

Forte l’auspicio che suggella il messaggio di Francesco a rendere visibile la comunione che esiste già,  a continuare a lavorare proprio laddove non solo è possibile ma è un imperativo farlo nonostante restino ancora questioni aperte:

Pur riconoscendo che rimangono questioni teologiche ed ecclesiologiche al centro del lavoro del nostro costante dialogo teologico, è mia speranza che cattolici e ortodossi possano sempre più lavorare insieme in quelle aree in cui non solo è possibile, ma addirittura imperativo che lo facciamo.

Unità è dono, frutto anche del perdono chiesto e offerto

Il Messaggio si chiude sotto la protezione e con l’intercessione invocata dal Papa dai Santi fratelli Pietro e Andrea sul cammino verso la piena comunione tra le due Chiese:

La piena unità alla quale aneliamo è, naturalmente, un dono di Dio, attraverso la grazia dello Spirito Santo.  Possa nostro Signore aiutarci ad essere pronti ad abbracciare questo dono attraverso la preghiera, la conversione interiore e l’apertura a cercare e a offrire perdono.