Chiesa Cattolica – Italiana

Il nunzio in Paraguay Turturro ordinato vescovo, Parolin: don Tonino Bello veglia su di te

Nella Basilica vaticana l’ordinazione episcopale del sacerdote pugliese, da anni nel servizio diplomatico della Santa Sede e dal 2019 segretario particolare del cardinale Parolin. Il Papa lo ha nominato a dicembre suo rappresentante nel Paese sudamericano. Mille partecipanti alla celebrazione alla quale era presente Francesco. Nell’omelia il richiamo al vescovo venerabile che ha accompagnato i primi passi della vocazione di Turturro

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Una Basilica ricolma di un migliaio di fedeli, familiari, sacerdoti, vescovi, cardinali, segno dell’affetto e della stima per una figura che della gentilezza, dell’umiltà e dello spirito di servizio ha fatto la cifra del suo lavoro. Monsignor Vincenzo Turturro, 45 anni, sacerdote pugliese dal 2019 segretario particolare del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, nominato dal Papa lo scorso dicembre nunzio apostolico in Paraguay, ha ricevuto oggi, 9 marzo, l’ordinazione episcopale nella Basilica vaticana. Fino ad ora con il grado di consigliere di Nunziatura, è stato elevato alla sede titolare di Ravello, con dignità di arcivescovo.

Da anni nel servizio diplomatico della Santa Sede

Una celebrazione sobria all’Altare della Cattedra, seppur nella sua grande partecipazione. Presente Papa Francesco che, arrivato in anticipo in sedia a rotelle, accolto dagli applausi, ha salutato alcuni bambini. L’ordinazione episcopale è stata conferita dal cardinale Parolin che ha rivolto parole di elogio e incoraggiamento al suo collaboratore, chiamato ora a rappresentare il Papa nel Paese sudamericano dove la presenza dei cattolici sfiora quasi il 90% della popolazione. Un ritorno nel Sud America per Turturro per anni al servizio della Nunziatura in Argentina, e ancor prima – cioè dal suo ingresso nel Servizio diplomatico della Santa Sede nel 2009 – in Zimbawe e in Nicaragua. Negli ultimi anni era stato trasferito alla Sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali della Segreteria di Stato e da circa cinque anni seguiva da vicino il lavoro del segretario di Stato Parolin.

Il Papa impone le mani a monsignor Turturro

Nunzio significa messaggero

Un lavoro del quale il cardinale, nell’omelia, ha restituito alcuni scorci, evidenziando lo “stile” di monsignor Turturro: discrezione, entusiasmo, esperienza. “Nunzio significa messaggero”, ha anzitutto ricordato Parolin, “e ogni messaggio è connotato dall’aggettivo apostolico” a voler rimarcare il fatto che questo ministero “questione di cose da fare o da non fare, da dire o da non dire, ma di apostolato da vivere, di vita da spendere per la Chiesa e per il Paese in cui ti troverai”. In questi Paesi, ha sottolineato il porporato, “non sarai mai straniero, non solo per la cospicua presenza di cattolici ma soprattutto perché quel popolo, come ogni popolo, è abitato e amato da Dio che adesso ti manda”.

Discrezione, entusiasmo, esperienza

E in Paraguay, dove il nuovo nunzio partirà prossimamente, “lo farai certamente nel tuo stile: entrando in punta di piedi in una realtà che sai precederti ed eccederti”, “con l’entusiasmo che caratterizza la tua età”, “con l’esperienza al servizio della Santa Sede”. “Lo farai – ha aggiunto il segretario di Stato – anche, e so che ci tieni particolarmente, facendo tesoro della storia di grazia che il Signore ti ha donato”, attraverso le radici della famiglia e della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi “che oggi ti stringono in un forte abbraccio”.

Il nunzio in Paraguay, monsignor Vincenzo Turturro

Le parole di don Tonino

E parlando della diocesi di Molfetta come non menzionare colui che ne è stato l’indimenticabile pastore, don Tonino Bello: “È bello che vegli su di te dal cielo il vescovo che ha accompagnato i primi passi della tua vocazione e dei tuoi primi anni di seminario”, ha detto il cardinale Parolin. E ha voluto usare proprio le parole del venerabile per dare spunti a monsignor Turturro per il suo nuovo ministero. Anzitutto il “tempo”, questo della Quaresima che precede la Pasqua: don Tonino amava vederlo come “un cammino che interpella la totalità della persona, un cammino che va dalla testa ai piedi”. Dalle ceneri posate sul capo alla lavanda dei piedi il Giovedì Santo. “Dalla testa ai piedi per abbracciare tutto il nostro essere superando ogni distanza con il Signore”, ha detto Parolin.

Poi, secondo spunto, “il vestiario” con la famosa espressione della “Chiesa del grembiule”: don Bello “notava argutamente come tra i tanti regali che adornano i vestiari degli ordinandi, manchi spesso il grembiule, unico paramento sacerdotale ricordato nel Vangelo. Manca tuttavia perché non si smette mai, perché è da indossare abitualmente e non togliere, sull’esempio di Gesù che si alzò e riprese le vesti, ma non depose l’asciugatoio. Questo ardore di servire sia, monsignor Vincenzo, l’anima del tuo ministero”, ha detto Parolin.

Infine il “luogo”, in questo caso la Basilica di San Pietro, dove, ha assicurato il porporato, “lo Spirito Santo sta per scendere su di te: ti colmi della sua grazia e ti renda lieto e lieve servire le sorelle e i fratelli affidati alla tua cura pastorale, perché sono le basiliche dove dimora il tuo e il nostro Signore”.

Un momento della celebrazione nella Basilica vaticana

La vicinanza del buon pastore

Da qui l’augurio, ricordando l’immagine del vincastro da cui trae origine il ricciolo nel bastone del vescovo, di avere sempre “l’imprescindibile vicinanza con il buon pastore. È questo il segreto per affrontare le sfide del ministero del successore degli apostoli, dinanzi al quale è legittimo e doveroso sentirsi impreparati”. “Caro monsignor Vincenzo, è proprio il desiderio di affidarti al Signore che ti sostiene in questo momento, rimanendo in Gesù hai potuto accogliere l’invito ad andare. Rimanendo in Lui si viene spinti ad andare e sarà così per te, come nunzio”.

L’abbraccio con Papa Francesco

Un forte applauso, durato a lungo, è seguito al rito della unzione crismale e la consegna del Vangelo, dell’anello, del pallio, della mitra e del pastorale. Turturro, visibilmente emozionato, ha sorriso a tutti i presenti e poi ha ricevuto l’abbraccio di Parolin e di monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, dirigendosi infine dal Papa che, anche lui, ha stretto tra le sue braccia per alcuni istanti il suo nuovo rappresentante in Paraguay.

L’abbraccio con Papa Francesco

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