Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
Sullo schermo che domina il palco a un certo punto, in una delle premiazioni intermedie, appare l’immagine del medagliere, Russia e Stati Uniti affiancati, e sotto la grafica cubitale i sorrisi e le strette di mano, il riconoscimento reciproco tra professionisti del rispettivo talento. Quella grafica e quel gesto sembrano lontani anni luce dalla cronaca e dalla retorica della guerra, che vede diviso da un muro bellicoso ciò che in alto la grafica con naturalezza appaia e più in basso si riconosce con stima. E sembra echeggiare le parole del Papa all’ultimo Regina Coeli, quel nuovo grazie agli operatori dei media “che pagano di persona” per difendere il diritto alla libertà di stampa e che con “coraggio ci informano sulle piaghe dell’umanità”.
Maestri dell’immagine
Accade nel cuore di Roma, vicino piazza di Spagna, dove 200 fotografi di quattro continenti hanno vissuto ieri pomeriggio le fasi cruciali della WPC 2022, la “World World Photographic Cup”, ovvero l’atto conclusivo di quello che è un vero e proprio Mondiale a squadre di fotografia, per la prima volta ospitato in Italia, organizzato tra l’altro da WPC Italia in collaborazione con la Federazione europea dei fotografi professionisti. Tra l’entusiasmo incontenibile dei latinoamericani e la soddisfazione misurata dei finnici – passando per 26 nazioni, dal Canada alle Filippine, dal Giappone, all’India, alla Spagna – la competizione ha misurato l’abilità creativa e la diversa sensibilità culturale di veri maestri dell’immagine, che fosse quella patinata di un prodotto o quella terra e sangue di un reportage sul fronte di un disastro umano e ambientale.
Solidali con l’Ucraina
Per la cronaca, la WPC 2022 ha visto aggiudicarsi la coppa del trofeo da Messico e Stati Uniti, votati a pari merito dalla giuria internazionale, terza l’Australia, detentore del titolo vinto nel 2022. Ma, oltre la legittima soddisfazione per il risultato di prestigio, e dietro la colonna sonora della vittoria, sull’argento della coppa è stato iscritto idealmente il nome dell’Ucraina, il cui dramma è stato ricordato e sostenuto attraberso la campagna “Photographers for Peace”, una raccolta di fondi in aiuto degli operatori dei media, giornalisti e fotografi colpiti dalla guerra, che sarà devoluta “Ukrainian Association of Professional Photographers”, un ramo della Federazione europea.
“Spirito di amicizia”
“Non esiste al mondo un programma di fotografia come questo – ha commentato Giuseppe Scozzi, il chief executive della competizione – dove le squadre che rappresentano le nazioni impegnano risorse e i loro migliori talenti per vincere la coppa, ma sempre in uno spirito di amicizia e unità a livello globale”. Quello spirito che il mondo, a cominciare dal Papa, spera e prega che vinca sull’odio.